Trappola del sesso sulle piattaforme video di internet
Giovanni D'agata | Il 05, Mag 2014
Una gang di cybercriminali arrestato nelle Filippine. Interpol: “La portata di questa estorsione è enorme”, coinvolti anche italiani. La polizia mette in guardia contro la trappola del sesso su Skype
Trappola del sesso sulle piattaforme video di internet
Una gang di cybercriminali arrestato nelle Filippine. Interpol: “La portata di questa estorsione è enorme”, coinvolti anche italiani. La polizia mette in guardia contro la trappola del sesso su Skype
Attenzione alle video chat su internet! Nei giorni scorsi si è conclusa un’operazione
dell’Interpol che ha scoperto una banda di estorsori che aveva ingannato migliaia
di uomini nel mondo convincendoli a spogliarsi davanti alla webcam. Questi criminali
avevano utilizzato come richiamo alcune donne.
Hanno attirato gli uomini davanti alle webcam, e persuaso le loro vittime a spogliarsi
e subito dopo li ricattavano con questi scatti o video. E’ accaduto nelle Filippine,
dove l’anello della criminalità informatica che si trova dietro l’estorsione on-line,
è stato spezzato a seguito di lunghe indagini internazionali!
58 sospetti sono stati arrestati nella capitale Manila e alcuni in altri luoghi del
paese, ha detto il capo della polizia Allan Purisima. “La portata di questa estorsione
è enorme”, ha aggiunto Sanjay Virmani, direttore del Digital Crime Center dell’Interpol.
Non è la prima volta, ma la notizia è che i criminali hanno trovato le loro vittime
in tutto il mondo e tra questi ci sarebbero anche italiani.
La strategia della banda iniziava con un innocuo flirt: per esempio attraverso un
social network come Facebook dove veniva preso contatto con un ignaro utente per
il tramite di giovani donne. Poi rapidamente acquisivano la confidenza del malcapitato
tanto che l’avvenente interlocutrice suggeriva di continuare la conversazione su
Skype o altre piattaforme di video al fine di vedersi via webcam. Ovviamente, subito
dopo si presentava in pose erotiche e chiedeva alle loro vittime di compiere atti
sessuali di autoerotismo di fronte alla webcam.
Detto fatto, e la vittima veniva incastrata poiché il cyber incontro veniva registrato
e scattava il ricatto e la minaccia di inviare il video ad amici e parenti se non
avesse pagato con del denaro.
“Una voce di un hacker, senza immagine, si fece avanti e chiese 500 € tramite Western
Union per il trasferimento”, ha detto alla polizia una delle vittime l’anno scorso.
“Altrimenti il video sarà trasmesso a tutti gli amici personali di Facebook”.
Un diciassettenne Daniel Perry (17) da Dunfermline (Scozia) si è suicidato dopo
il ricatto.
E la polizia britannica non ha tardato a mettere in guardia contro la trappola del
sesso Skype, mentre in Italia se ne parla poco o pochissimo, anche se quella dei
ricatti online è ormai una prassi criminale che sta assumendo contorni di notevole
entità visti i fatti di cronaca che si sono già registrati anche nel Nostro Paese,
sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”.
L’unico rimedio certo, al di là della punizione degli estorsori, è quello della
prevenzione, ossia di evitare di cadere nella trappola se non si vuole diventare
vittime, anche perché non si può mai sapere l’effettiva identità di chi si cela
dietro il monitor o dietro uno pseudonimo.