Trasbordo armi chimiche siriane a Gioia Tauro, preoccupato il Prc di Taurianova
redazione | Il 18, Gen 2014
Il Prc si domanda come mai “il Porto di Gioia Tauro sia preso in considerazione solo per questo tipo di iniziative e non per il rilancio occupazionale ed economico dei residenti attraverso: l’istituzione dell’area franca portuale, la costruzione di un collegamento con le linee ferroviarie favorendo così anche lo scalo merci attraverso l’utilizzo dei treni, la costruzione di officine meccaniche navali”
Trasbordo armi chimiche siriane a Gioia Tauro, preoccupato il Prc di Taurianova
Il Prc si domanda come mai “il Porto di Gioia Tauro sia preso in considerazione solo per questo tipo di iniziative e non per il rilancio occupazionale ed economico dei residenti attraverso: l’istituzione dell’area franca portuale, la costruzione di un collegamento con le linee ferroviarie favorendo così anche lo scalo merci attraverso l’utilizzo dei treni, la costruzione di officine meccaniche navali”
Nei giorni scorsi una delegazione del Partito della Rifondazione Comunista, guidata dal compagno Pino Ciano della Segreteria Regionale, si è recata presso il Porto di Gioia Tauro per costatare di presenza quanto appreso a mezzo stampa riguardo al trasbordo di armi chimiche provenienti dalla Siria.
La delegazione esprime preoccupazione vista la pericolosità del materiale, contenuto all’interno dei 1500 container, che potrebbe mettere a rischio l’incolumità di una vasta zona demografica, quale la Piana di Gioia Tauro.
Per Rifondazione Comunista è l’ennesima occasione in cui sono imposte scelte da parte del Governo a scapito di un’area che già subisce, nonostante le forti proteste della popolazione, le inaccettabili decisioni di costruzione di impianti quali inceneritori, rigassificatori e altri ecomostri dannosi per la collettività. Il Prc ritiene inammissibile la superficialità con cui i componenti del Consiglio dei Ministri hanno condotto un’operazione di tale portata, di concerto con altri organismi internazionali, senza rendere edotta preventivamente la cittadinanza e le istituzioni locali.
Il Prc si domanda come mai il Porto di Gioia Tauro sia preso in considerazione solo per questo tipo di iniziative e non per il rilancio occupazionale ed economico dei residenti attraverso: l’istituzione dell’area franca portuale, la costruzione di un collegamento con le linee ferroviarie favorendo così anche lo scalo merci attraverso l’utilizzo dei treni, la costruzione di officine meccaniche navali (ci si potrebbe occupare ad esempio della rottamazione della Concordia). E ancora ci si chiede perché il Governo non intervenga affinché si agevolino ed incentivino le condizioni per far sdoganare i container in loco e quindi aumentare gli introiti delle tasse doganali, in modo da creare un riscontro economico diretto per la provincia di Reggio Calabria.
Intanto, per rimanere alla questione, il Governo dovrebbe spiegare chi ha prodotto e venduto queste armi in dotazione alla Siria, perché non siano state distrutte e smaltite altrove, quali siano i tempi di permanenza nel porto calabrese in relazione al disarmo totale della Siria, quali tecnici e maestranze saranno impiegate nell’operazione e quali garanzie e accorgimenti siano previsti per tutelare i lavoratori portuali e l’area circostante.
Il Partito della Rifondazione Comunista è fortemente avverso a questo tipo di scelta e si spenderà al massimo nella conduzione di questa battaglia.