“Trasparenza” sindaco Scionti, dubbi di Morabito e Lazzaro I consiglieri d'opposizione sono ancora in attesa dell'informativa dei Carabinieri in merito all'operazione "Terramara" che ha portato il primo cittadino a chiedere le dimissioni di Falleti
Riceviamo e pubblichiamo
La trasparenza c’è o non c’è? Questo è il problema. “Trasparenza” è lasciar vedere attraverso un ostacolo fisico, quindi in campo amministrativo significa adoperarsi per rendere visibile e controllabile all’esterno il proprio operato. Dopo la diffusione fatta dalla stampa di stralci dell’informativa dei Carabinieri che hanno indagato nell’operazione Terramara riguardanti l’attentato alla sua autovettura, il Sindaco ha chiesto con fermezza le dimissioni dell’ex capogruppo PD, Pino Falleti. Ci è sembrato naturale e doveroso avere copia di tali atti chiedendoli all’Ufficio legale, nonché al Sindaco, per comprendere anche noi quali fatti gravi siano stati riscontrati in fase di indagini, ma dal 25 giugno ad oggi abbiamo ricevuto solo scuse pretestuose.
Ora, sorge spontaneo domandarsi come mai il Sindaco Scionti, dopo avere dichiarato di averli letti “tutti”, non intenda far conoscere ai consiglieri i documenti (già formalmente acquisti dal Comune di Taurianova, costituitosi parte civile) che lo hanno determinato ad una così dura scelta in danno di un suo consigliere di maggioranza. L’avvocato convenzionato col Comune ci scrive che “gli atti sono stati trasmessi direttamente al Sindaco in quanto legale rappresentante dell’ente e non possono, dal sottoscritto legale, essere trasmessi né all’ufficio legale dell’ente né, tanto meno, ai singoli consiglieri che ne fanno richiesta” poiché gli atti contengono riferimenti “a molte persone” (e già questo dovrebbe allarmarci ulteriormente), e quindi la loro diffusione “potrebbe comportare la violazione della privacy”.
Da avvocati sappiamo bene invece che il rifiuto è illegittimo e che il diritto di accesso dei consiglieri comunali, previsto e tutelato dall’art. 43 del D. Lgs. 267/2000, impone il segreto ove si acceda, in tale veste, ad atti che incidono sulla sfera giuridica e soggettiva di terzi. La tutela della privacy non può essere invocata per impedire l’esercizio del diritto di verifica e controllo sull’attività degli organi istituzionali dell’Ente, a tutela degli interessi pubblici (piuttosto che di quelli privati e personali). Per dirla chiara: nessuno deve interessarsi alla vita privata di un indagato/imputato e correlati, ma quando vi è un processo per fatti che influiscono pesantemente sulla vita della collettività, questi fatti devono essere portati a conoscenza dei pubblici rappresentanti. Bastava quindi, nel caso, richiamare il nostro dovuto e obbligatorio rispetto della privacy.
Convinti di ciò, abbiamo inoltrato apposita interpellanza al Sindaco Scionti, trasmessa per opportuna conoscenza a S.E. il Prefetto di Reggio Calabria, con cui chiediamo, sollecitando la consegna di questi atti, le ragioni che gli fanno tenere chiuse nel cassetto le informative dei Carabinieri acquisite in quel processo nel quale, oltretutto, a lui (ed al fido Presidente del Consiglio comunale) è stata contestata la falsa testimonianza con richiesta di invio degli atti alla Procura antimafia. Il Comune non è casa sua, caro Sindaco Scionti. E poiché la trasparenza non è solo una parola di cui riempirsi la bocca quando si fa propaganda, ma è sempre il principio cardine e fondamentale dell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni e dei loro rapporti con i cittadini, attendiamo fiduciosi la consegna delle informative di P.G. entro il prossimo Consiglio comunale convocato per il prossimo 26 agosto.
I Consiglieri comunali
Filippo Lazzaro e Maria Stella Morabito