Tremila precari in attesa di giustizia Lavorano nei Tribunali in attesa di una regolarizzazione che non arriva. La Cgil al loro fianco
Il gioco di parole si addice ai 2650 ex cassintegrati e laureati disoccupati che da circa cinque anni lavorano presso i Tribunali italiani, sottopagati, in attesa di una regolarizzazione che non arriva. E che, invece, alla fine del mese di aprile, potrebbero essere accompagnati alla porta senza troppi complimenti.
Il 30 aprile, infatti, scade l’ultima tranche di finanziamenti inseriti nella legge di Stabilità del 2014 e prolungati dal Milleproroghe 2015 per permettere a questi precari di continuare a operare a pieno titolo per far funzionare la macchina della giustizia.
I 2650 lavoratori in questione sono coloro che dal 2010 a oggi hanno usufruito dei tirocini formativi, frutto di convenzioni stipulate dalle amministrazioni giudiziarie con Province e Regioni, offrendo un’opportunità a persone rimaste senza lavoro. Si è puntato a tamponare la carenza di organico che nel settore giustizia è stimata in almeno 9000 posti scoperti a livello nazionale. Tanto che l’organizzazione giudiziaria è stata esclusa dai tagli della spending review.
I tirocinanti, 700 solo in Calabria, sono stati pienamente inseriti negli organici di fatto e, come ricorda la Funzione Pubblica della Cgil, hanno affiancato a tutti gli effetti il personale interno. “Siamo impiegati da cinque anni e il nostro è un lavoro d’ufficio a tutti gli effetti – spiega Antonio Caruso, coordinatore regionale dell’Unione Precari Giustizia -. Quando io e miei colleghi usciamo di casa, da circa cinque anni a questa parte, diciamo ai nostri familiari che andiamo a lavorare e non a fare il tirocinio. Di fatto, abbiamo svolto con dedizione le funzioni di un dipendente della Giustizia, grazie alla formazione specifica che abbiamo potuto acquisire attraverso un percorso pluriennale che ha visto i nostri tutor fortemente impegnati sulla nostra formazione. Formazione che è stata riconosciuta come preziosa e da non disperdere, da parte del Primo presidente della Corte di Cassazione, Giorgio Santacroce”.
“La nostra attività dal 2013 è stata presa in carico direttamente dal Ministero con un finanziamento di 7,5 milioni per il 2013 e di 15 milioni per il 2014. La mancanza di fondi e l’assenza della volontà di regolarizzazione – aggiunge – farà sì che la formazione cessi il 30 aprile. Le cose potrebbero complicarsi perché, nello stesso momento, è esplosa la questione dei lavoratori delle Province, oltre ventimila, che nelle intenzioni del governo potrebbero essere spostati proprio in questo campo.
“Renzi – commenta Rosita Maggesi – è riuscito nel capolavoro di metterci gli uni contro gli altri”.
“La Cgil ha in programma diverse iniziative di lotta – ricorda Alfredo Iorno, Segretario Generale Fp Cgil Calabria –: il 17 aprile ci saranno manifestazioni territoriali in più città oltre a Reggio Calabria anche a Milano, Bologna, Napoli e Cagliari per poi arrivare, il 28 aprile, a una manifestazione nazionale a Roma. La richiesta è quella di dare piena applicazione all’istituzione dell’Ufficio per il processo, inserito nel Dl 90 del 2014, con un percorso ‘virtuoso’ che porti alla contrattualizzazione, chiudendo la fase del tirocinio formativo. La risposta dovrebbe darla il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando che finora però non ha dato segnali di apertura”.
A Reggio la Manifestazione si svolgerà in Piazza San Giorgio dalle ore 10 alle 18, venerdì 17 aprile, e si svilupperà nel far conoscere il problema all’opinione pubblica con l’allestimento di un gazebo e la distribuzione di un volantino.