Triennio 2015-2017: al Sud rilevato il primato di omicidi Lo ha reso noto l'Istat. La Calabria è tra le cinque regioni più colpite dal fenomeno
Nel triennio 2015-2017 al Sud si è rilevato il primato di omicidi, con un tasso nella ripartizione pari a 1,09 per centomila abitanti (0,67 in Italia), seguito dalle Isole (0,86 per 100mila abitanti). Lo ha reso noto l’Istat informando che, per quanto riguarda i maschi, le cinque regioni più colpite dal fenomeno, ossia Campania, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia, tutte localizzate nel Mezzogiorno, rimangono le stesse nel tempo. La Calabria, tuttavia, si è discostata fortemente dalle altre per l’entità del calo degli omicidi. Per la Regione si è passati da 5,44 omicidi per centomila maschi del triennio 2009-2011 a 1,94 del 2015-2017, con un decremento doppio (-64,3%) rispetto a quello dell’Italia nel suo complesso, la quale passa, nei corrispondenti trienni, da 1,35 a 0,92 omicidi per centomila maschi (-31,9%). Nelle altre quattro regioni, invece, si è registrato una diminuzione più o meno marcata (dal -26,2% della Sicilia al -8,8% della Campania), ma comunque inferiore a quella della media italiana.
Per le donne il valore medio annuo a livello nazionale è risultato praticamente identico nei primi due trienni considerati (0,53 e 0,52 omicidi per centomila donne) e scende a 0,43 nel periodo 2015-2017. Per le donne si osservano spostamenti regionali in graduatoria molto più frequenti rispetto ai maschi, dovuti anche alla minore incidenza del fenomeno che può implicare fluttuazioni accidentali più rilevanti, soprattutto per le regioni meno popolose. La Calabria è attualmente caratterizzata dal tasso di omicidio più alto (0,70 omicidi per centomila donne nel periodo 2015-2017), dopo aver avuto un momentaneo miglioramento nel triennio 2012-2014, in corrispondenza del quale era scesa dalla terza posizione del 2009-2011 all’undicesima. E’ seguita dal Friuli-Venezia Giulia e dalla Campania (0,69 e 0,62 omicidi per centomila donne, rispettivamente). La Campania, che si trovava al diciassettesimo posto su ventuno, si sono considerate le due province autonome di Trento e Bolzano separatamente, ha visto crescere sia il suo tasso, sia la sua posizione relativa.