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Tripodi e Conia, liti temerarie di (mal)vicinato

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di Giuseppe Campisi

Polistena – Polemiche, repliche e controrepliche. Oramai una sfida che corre sui social ma i cui risvolti si riverberano nella vita reale accendendo gli animi di “tifoserie” e procurando malumori che alle soglie del terzo millennio rischiano di far perdere di vista il vero perseguimento del bene comune. Che sia Polistena, Cinquefrondi o altro lembo di terra di questo martoriato meridione a cui i problemi certo non mancano e che in aggiunta si trova a far fronte a caricature di stampo guareschiano che amplificano una (ma non l’unica) querelle di piccolo cabotaggio quanto insensata agli occhi di cittadini di un comprensorio affamato solo di buona amministrazione. Ad ogni modo, la strada di via Fortunato Seminara si staglia sullo sfondo quale esempio della migliore ottusità della burocrazia locale che rimpallando competenze, ricorrendo a cavilli legali ed a ragionamenti arzigogolati si adopera in ogni maniera per mantenere in pejuslo status delle cose.

L’ultima risposta dal fronte tripodiano registra un contrattacco a colpi di carte bollate dove si evidenzia, ad un anno esatto dai comuni intenti, che una istanza era stata protocollata congiuntamente per chiedere prontamente di risolvere la questione annosa della manutenzione di un tratto che, si badi bene, non serve solo i comuni di Polistena o Cinquefrondi indipendentemente dalla presunzione di proprietà, ma l’intera utenza automobilistica generale che abbia voglia (e diritto, pagando tasse svedesi con servizi libici) di servirsi di una strada, non di una mulattiera di città. “Ma finalmente ora (Conia, nda) è uscito allo scoperto, nel modo peggiore forse – ha tuonato Tripodi – annunciando che il comune di Cinquefrondi non eseguirà alcun intervento sulla strada che collega la SGC con il Cimitero di Polistena. Ribadiamo, se ce ne fosse bisogno, che il comune di Cinquefrondi, nelle more dell’inerzia e del rimpallo di competenze, deve intervenire con urgenza per rimuovere lo stato di pericolo della bretella che ricade quasi totalmente in territorio del Comune di Cinquefrondi. Se Conia non provvederà con urgenza, anche in quanto sindaco territorialmente competente e massima autorità a tutela della pubblica incolumità, saremo costretti nostro malgrado a rivolgerci all’autorità giudiziaria”.

Piovono dunque, tra comuni, minacce affatto velate di ricorrere alle vie legali per risolvere un problema con una grana, proprio per tutelare la pubblica incolumità. E certo non è un bel segnale distensivo. Piuttosto che collaborare per risolvere, come originariamente l’afflato di intenti aveva suggerito, adesso ci si contrappone per costringere, avviandosi ad assistere alla politica delle liti temerarie tra dirimpettai. Mentre Tripodi ricorda (e fa bene) che l’ospedale Santa Maria degli Ungheresi risponde a criteri di sanità pubblica sul tema della pubblica viabilità locale, difetta,quando dimentica, che anche quest’ultimo risponde ai medesimi criteri.

E poco importano primogeniture sulle sedute ai consigli provinciali quando dal 2006, e forse prima, e fino ad oggi, un problema che attanaglia cittadini italiani dell’ex provincia reggina tale è rimasto. “Cosa ha fatto il consigliere Longo in questo ultimo anno trascorso per fare mantenere gli impegni alla Provincia, che al tavolo tecnico aveva promesso di asfaltare tutta la bretella?” è stata la provocatoria domanda del sindaco di Polistena servita a freddo in un comunicato serale. In un articolo del nostro giornale dello scorso 20 maggio questa era stata la profetica risposta del consigliere cinquefrondese: “Abbiamo avviato le pratiche – ha anticipato lo stesso Longo, citando gli ultimi atti dell’ente Provincia – per la messa in sicurezza dell’altra importante arteria, la via Fortunato Seminara – per giunta, parallela proprio del viale Sandro Pertini che da troppo tempo versa in uno stato di impietoso dissesto ed oggetto di annosi contenziosi tra enti sulla titolarità degli interventi da effettuare – che collega lo sbocco della SGC 682 Jonio-Tirreno, tra l’altro, all’ospedale di Polistena a riprova dell’attenzione verso questa importante fascia di territorio”. E poi ancora, cambiando registro: “Evidentemente – riprende Tripodi – è tale lo spauracchio di Polistena che Conia preferisce continuare a combattere contro i mulini a vento piuttosto che lavorare per unire attorno a strategie di sviluppo comune le risorse e le popolazioni locali, che di tanta ostilità derivata probabilmente da un eterno complesso di inferiorità, non hanno cosa farsene”.

Parole durissime scagliate come pietre di rivalsa all’indirizzo di un sindaco dapprima amico e sodale col quale fare originariamente sponda quanto oggi guardato politicamente in cagnesco come traditore di valori comuni, astiosamente inviso, come si ricorda di certi amori politici finiti male, come la storia politica, anche recente, insegna.La verità è anche che le popolazioni locali non hanno proprio di che farse di polemiche che servono solo ad offrire uno spettacolo dal sapore cabarettistico a involontari spettatori senza biglietto. La verità è che la gente dalla politica vera, sia essa locale, metropolitana, regionale, nazionale, internazionale si aspetta risposte e soluzioni ai bisogni. Da qualunque parte provengano. Poiché a questo l’elettore delega l’amministratore in un libero, ma sinallagmatico, rapporto fiduciario implicito. E che, rimanendo al problema, l’arteria di via Fortunato Seminara versi oramai in condizioni al limite dell’accettabile praticabilità è cosa nota da anni, con buona pace dei contendenti a cui qui va dato atto di un primo lucido tentativo di risolvere la questione. E poi? Il vuoto di polemiche ridondanti sulle quali inciampano quotidianamente gli automobilisti costretti a percorrere quella via. Che magari imprecando, tra una gimkana e l’altra,non si chiedono per il transito se hanno in tasca la patente di “tripodiani” o “coniani”.