Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 27 NOVEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Trivelle, Confesercenti Cosenza organizza “Festa del Mare” Appello ai cittadini per partecipare al referendum per difendere l’ambiente, la salute e l’economia del nostro territorio

Trivelle, Confesercenti Cosenza organizza “Festa del Mare” Appello ai cittadini per partecipare al referendum per difendere l’ambiente, la salute e l’economia del nostro territorio
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

Una “Festa del mare” per dire SI al referendum
sull’abrogazione della legge che consente le trivellazioni a breve distanza
dalle nostre coste. A organizzarla è Confesercenti Cosenza, che intende
sensibilizzare i cittadini a partecipare al referendum per difendere
l’ambiente, la salute e l’economia del nostro territorio.

La Festa del mare, che avrà luogo domenica 10 aprile in piazza 11 settembre
a Cosenza, è stata presentata questa mattina in conferenza stampa nella
sede di Confesercenti Cosenza. Erano presenti il presidente provinciale di
Confesercenti e regionale di Assoturismo *Vincenzo Farina*, il consigliere
regionale e delegato alla campagna referendaria *Arturo Bova*, il direttore
regionale di Confesercenti *Pasquale Capellupo* e il professor *Tullio
Romita*, docente Unical e presidente dell’Associazione Mediterranea di
Sociologia del Turismo.

«Il mare è il grande attrattore di questa regione – ha spiegato Vincenzo
Farina – e fino a prova contraria il sistema del turismo balneare pesa al
90%. Non ci possiamo permettere di avere delle piattaforme in mare. Eravamo
la culla della cultura e adesso abbiamo le trivelle?». E sulla Festa del
Mare il presidente di Confesercenti Cosenza precisa: «La festa del mare al
centro di Cosenza è una provocazione. Tutti i cittadini dell’area urbana
devono comprendere l’importanza di questo referendum referendum. Noi per i
gap strutturali che abbiamo perderemmo qualsiasi possibilità».

E se il presidente Renzi si è augurato che il referendum fallisca,
l’onorevole Arturo Bova ribatte: «La posizione del governo in questo
momento non è giustificata. Io sono uno di quelli che ha chiesto il
referendum. I tempi della politica, ad ogni modo, hanno impedito ai
cittadini di conoscere bene il tema». Ed è, inoltre, anche un problema di
tempi: «Si tratta di adeguarsi al fatto che le concessioni debbano avere
una scadenza. Le durate delle concessioni sono state previste per prevenire
i gravi problemi di tutela e sicurezza ambientale. La Calabria è la regione
a più alto rischio sismico e idrogeologico. I costi di smantellamento, poi,
sono altissimi: smontaggio e riempimento delle caverne che rimangono una
volta tolte, vanno riempite con materiale particolare».

Il prof. Romita, invece, ha detto: «Non capisco quale sia il modello di
sviluppo di questa nazione. Credo che siamo ancor più sudditi
dell’economia. È normale che intorno alle piattaforme c’è inquinamento.
Sono problematiche note, una cosa così ovvia deve essere oggetto di
discussione, in altri paesi i ministri sono stati costretti a dimettersi.
Lo smantellamento delle piattaforme, poi, ha un costo notevole. Il problema
ambientale c’è e noi dovremmo chiedere con forza alle società petrolifere
lo smantellamento o, comunque, si potrebbe studiare una soluzione a metà e
far in modo che vengano rivisitate come obiettivi. Ci sono due approcci
allo sviluppo, il cosiddetto approccio sostenibile che viene definito dello
sviluppo economico a ogni costo che si regge sulla teoria che il danno
prodotto, per rientrare, diventa un nuovo business. Ma abbiamo ormai visto
che ognuno si fa il suo guadagno e sui danni non si fa nulla».

Il direttore Pasquale Capellupo ha citato Papa Francesco, nella sua
introduzione. «La chiesa calabrese si è schierata con il sì. Io credo sia
stato commesso un grave errore a voler buttare in politica un argomento di
questo tipo. Il quesito è poca cosa rispetto alla battaglia. Si fa un
ragionamento di tipo economico, culturale e ambientalista. Noi non possiamo
tornare indietro. A Parigi l’anno scorso abbiamo detto che bisogna
abbassare l’innalzamento della temperatura del pianeta, e poi si lavora per
decidere altro. Il problema è raggiungere il quorum. Chi si sente impegnato
in questa battaglia culturale deve manifestare il suo impegno e la sua
militanza cercando di far conseguire i risultati».