Truccavano fatture: scoperte due “cartiere” nel Catanzarese Gli uomini della Guardia di Finanza di Catanzaro mettono a nudo una truffa di 900 mila euro
Un’articolata attività d’indagine svolta dai finanzieri del gruppo di Catanzaro ha consentito di far emergere l’esistenza di un sodalizio di imprese, operanti nel territorio catanzarese, che ha realizzato un ingente giro di certificazioni di rapporti commerciali, in realtà mai avvenuti, al fine di consentire alle imprese coinvolte indebiti vantaggi di natura fiscale.
Le indagini, partite nell’anno 2014, hanno permesso di individuare alcune aziende destinatarie di fatture false emesse da due società di servizi di fatto inattive, risultate essere mere “cartiere”, vale a dire soggetti esistenti solo sotto il profilo formale, in quanto titolari di regolare partita iva, ma che si limitano ad emettere a beneficio di terzi fatture attestanti forniture di beni e prestazioni di servizi in realtà mai effettuate, ovvero creano ex novo falsi documenti fiscali, utilizzando i dati identificativi di soggetti “inconsapevoli”, del tutto estranei alla frode, o addirittura “inesistenti”, ricorrendo a dati di pura fantasia.
L’approfondimento delle indagini ha consentito, altresì, di individuare un imprenditore operante nel circondario catanzarese che, oltre ad utilizzare le suddette fatture false, ha realizzato un autonomo sistema di emissione di false certificazioni fiscali, utilizzando dati di 2 soggetti economici ignari del ruolo di emittenti.
Nel complesso le fatture per operazioni inesistenti emesse ammontano a più di € 900.000 euro.
Sono ancora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria le posizioni dei soggetti coinvolti, a vario titolo, per le violazioni della normativa penal tributaria.
Questi servizi ad opera delle Fiamme Gialle si inquadrano nell’ambito dell’azione della Guardia di Finanza volta al contrasto dei fenomeni di evasione più gravi e dannosi che si annidano nella provincia catanzarese i quali producono effetti negativi e distorsivi non solo del mercato, falsando la leale concorrenza tra le aziende, ma danneggiano le finanze dello stato, diminuendone le capacità di spesa pubblica.