Truffa ai danni dello Stato a Cosenza. Sequestrati beni per oltre 600 mila euro
redazione | Il 28, Nov 2012
Secondo l’accusa avrebbero messo in piedi una serie di movimenti fittizi con tanto di creazione di una società edile per fatturare lavori mai eseguiti e apertura di conti correnti in varie banche per simulare i pagamenti ai fornitori. Nell’operazione della Guardia di Finanza riguardante l’Hotel Excelsior risultano indagate in tutto tre persone
Truffa ai danni dello Stato a Cosenza. Sequestrati beni per oltre 600 mila euro
Secondo l’accusa avrebbero messo in piedi una serie di movimenti fittizi con tanto di creazione di una società edile per fatturare lavori mai eseguiti e apertura di conti correnti in varie banche per simulare i pagamenti ai fornitori. Nell’operazione della Guardia di Finanza riguardante l’Hotel Excelsior risultano indagate in tutto tre persone
COSENZA – Due immobili, un’autovettura e varie quote societarie, per un valore complessivo di 614.068 euro, sono stati sequestrati dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza. Le Fiamme Gialle hanno eseguito un provvedimento emesso dal Gip del tribunale di Cosenza, nei confronti della «b.& b. servizi alberghieri s.r.l.» di Cosenza, operante nel settore alberghiero e di due soci, indagati per truffa aggravata. Avrebbero beneficiato illegalmente di contributi pubblici. Si tratta di fondi erogati in base alla legge 488/92, destinati alla ristrutturazione di una nota struttura alberghiera di Cosenza, l’hotel Excelsior. Si tratta di contributi pari a 912.102 euro, relativi a spese ammesse per un valore di oltre 4 milioni di euro. Le indagini avrebbero permesso di accertare che il rappresentante legale della società, per ottenere l’erogazione delle prime due tranches delle agevolazioni, pari a 614.068 euro, avrebbe fatto ricorso ad artifici e raggiri, posti in essere in concorso con altri, tra cui la creazione di un’impresa edile intestata ad un «prestanome», utilizzata per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per complessivi 3.047.745,52 di euro; la predisposizione di false dichiarazioni liberatorie; la predisposizione di documentazione bancaria riflettente pagamenti fittizi; l’apporto di capitali propri fittizi; l’accensione di vari conti correnti bancari serviti per la simulazione dei pagamenti ai fornitori; la predisposizione di documentazione contenente false dichiarazioni e false scritture private per indurre in errore la banca concessionaria incaricata dell’istruttoria dal ministero. Tre le persone indagate.