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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 24 NOVEMBRE 2024

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Truffa “Bonus Facciate”, lavori mai realizzati: ai domiciliari due imprenditori di Taurianova e sequestro di beni per 1.6 milioni di euro a tre società. VIDEO In particolare, nel caso della cessione a tre società, è emerso il mancato pagamento di un controvalore, con la conseguente segnalazione dei rispettivi rappresentati legali, per il reato di riciclaggio

| Il 21, Lug 2024

I Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, diretta dal Dott. Emanuele Crescenti, stanno dando esecuzione ad un provvedimento, emesso dal G.I.P. del locale Tribunale, che dispone la misura degli arresti domiciliari nei confronti di due soggetti ed il sequestro preventivo di tre società e di denaro, beni e crediti fiscali per un valore di oltre 1,6 milioni di euro.
L’operazione, condotta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Palmi, è scaturita da un’autonoma attività di Polizia Economico Finanziaria.
Allo stato delle indagini e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità, i proventi illeciti oggetto di recupero a tassazione sono riconducibili a crediti d’imposta fittizi, frutto di un sistema di frode realizzato nell’ambito dei c.d. “Bonus Edilizi”.
Nello specifico, i due soggetti destinatari del provvedimento degli arresti domiciliari, rappresentanti legali di due società, avrebbero fittiziamente prodotto crediti di imposta, relativi agli interventi di recupero del patrimonio edilizio in realtà mai eseguiti, per poi cederli ad istituti di credito e ad altre società.
In particolare, nel caso della cessione a tre società, è emerso il mancato pagamento di un controvalore, con la conseguente segnalazione dei rispettivi rappresentati legali, per il reato di riciclaggio.
In conseguenza di tali condotte, le società coinvolte sono stata sottoposte a sequestro e affidate ad un amministratore giudiziario.
Infine, è stato disposto il sequestro preventivo, delle disponibilità finanziarie, quote sociali e beni nella disponibilità degli indagati, per un valore complessivo € 1.609.420,00, relativi alla creazione ed al riciclaggio dei crediti d’imposta fittizi.
L’attività testimonia il costante impegno della Procura della Repubblica e del Tribunale di Palmi, nonché del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria nel contrasto alle più articolate forme di frode ed ai fenomeni illeciti perpetrati a danno del bilancio dello Stato, al fine di garantire la corretta destinazione delle ingenti risorse pubbliche stanziate per sostenere le famiglie e le imprese.

Due persone, titolari di altrettante imprese edili, sono state arrestate e poste ai domiciliari dalla Guardia di finanza a Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, con l’accusa di avere messo in atto una truffa legata al “bonus facciate”.
I finanzieri hanno anche anche sequestrato un milione e seicentomila euro, somma corrispondente all’importo della presunta truffa.
Ai due arrestati vengono contestati i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e riciclaggio.
L’operazione che ha portato agli arresti ed al sequestro é stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, diretta da Emanuele Crescenti.
Il milione e seicentomila euro oggetto del sequestro preventivo che é stato eseguito, secondo quanto é emerso dalle indagini della Compagnia di Palmi della Guardia di finanza, sarebbe collegato alla creazione ed al riciclaggio di crediti d’imposta fittizi. L’indagine delle fiamme gialle è scaturita da un’attività di polizia economico finanziaria che ha consentito di fare luce su crediti d’imposta fittizi, frutto di un sistema di frode. I due imprenditori arrestati, secondo l’accusa, avrebbero fittiziamente prodotto crediti di imposta, relativi ad interventi di recupero del patrimonio edilizio in realtà mai eseguiti, successivamente ceduti ad istituti di credito e ad altre società. L’accusa di riciclaggio riguarda, in particolare, il mancato pagamento di un controvalore nella cessione di crediti d’imposta a tre società. Le società coinvolte nell’inchiesta sono state poste sotto sequestro ed affidate ad un amministratore giudiziario. (Ansa)