Tunisia nel caos
redazione | Il 16, Gen 2011
Sì a governo coalizione
Tunisia nel caos
Sì a governo coalizione
TUNISI – Riprende oggi in Tunisia il confronto politico per la formazione del nuovo Governo, dopo la fuga dal Paese del presidente Ben Ali in seguito alle violente proteste contro il suo regime. L’obiettivo sembra quello di un esecutivo di coalizione ed un ricorso alle urne entro 60 giorni. Ieri sera è intervenuto il leader libico Muammar Gheddafi, dicendosi “rammaricato” per la destituzione di Ben Ali e proponendo “al popolo tunisino una democrazia diretta” sul modello della Libia. Riaperto lo spazio aereo, oggi riprendono i collegamenti anche di Alitalia e Air One con la Tunisia. Un volo charter evacuerà oggi i turisti russi, ha annunciato Mosca. Ancora morti e assalti nel Paese. La fuga del presidente Ben Ali ha gettato ancor piu’ il Paese nel caos sul piano della sicurezza, con fughe di massa dalle carceri e il terrore dei saccheggi e delle devastazioni nonostante lo stato di emergenza e il coprifuoco. Tra gli altri sono in grave difficolta’ i 70-80 componenti di un circo italiano, il Circo Bellucci, bloccato a Sfax senza piu’ alcuna protezione. Hanno chiesto aiuto anche alla Farnesina (”una nave per fuggire”), perche’ gruppi di banditi cercano di derubarli e comunque sono ormai quasi senza cibo, per loro e per una cinquantina di animali. Sul fronte politico si cerca una via d’uscita alla crisi con la formazione di un governo d’unita’ nazionale e gia’ ieri sera il premier incaricato Mohammed Ghannouchi ha cominciato a sondare esponenti di partito e rappresentanti della società civile sulle riforme politiche da realizzare per ‘rompere’ con l’era Ben Ali. Dopo 23 anni di regime la Tunisia e’ da rifondare ed il rattoppo tentato venerdi con il conferimento dell’interim a Ghannouchi e’ durato solo poche ore. Le proteste dell’opposizione e delle piazze, con manifestazioni in tutto il Paese grazie anche al passaparola su internet finalmente liberato, hanno spinto il governo a bandire ogni carattere di ”temporaneita” all’assenza del presidente, decretando la vacanza definitiva della carica sulla base dell’art. 57 della Costituzione. Il presidente del Parlamento Foued Mebazaa ha assunto ad interim i poteri presidenziali e il Consiglio costituzionale ha annunciato nuove elezioni entro 60 giorni. Il caos e le violenze hanno subito una drammatica impennata: migliaia di detenuti sono evasi dalle carceri e molti sono stati uccisi in tutto il Paese, da Monastir a Madhia, da Sfax a Kairouan, da Kasserine a Biserta fino a Kram, Cartagine e lo stesso centro di Tunisi. A Monastir decine sono morti anche a causa dell’incendio appiccato ai materassi di un dormitorio dopo un assalto con trattori per sfondare i muri di recinzione. E cresce la paura dei saccheggi e delle devastazioni, ormai attribuiti principalmente a uomini fedeli a Ben Ali. In diversi sobborghi di Tunisi – popolari e benestanti – e in altre zone del Paese la popolazione si e’ asserragliata nelle case e ha cominciato ad organizzarsi con ronde armate. Cominciano poi a manifestarsi pericolose spaccature in seno alle forze di sicurezza. Secondo testimoni ieri vi sarebbe stata una sparatoria tra membri delle forze dell’ordine nel centro di Tunisi con un bilancio di tre morti. Fonti dell’opposizione sostengono inoltre che la polizia sarebbe ora passata sotto il comando dell’esercito. Il presidente ad interim ha assicurato che nessuno sarà escluso” dal processo politico e che il prossimo esecutivo sarà un “governo di unità nazionale”. Sarebbero cosi’ accolte le richieste dell’opposizione, e in particolare del suo leader piu’ riconosciuto, Mohammed Nejib Chebbi, fondatore del Partito Democratico Progressista, che nel 2009 aveva inutilmente tentato di presentarsi alle urne come rivale di Ben Ali. Ma il suo Pdp e’ fuori del Parlamento, non essendosi allora, per protesta, presentato alle elezioni. E lo stesso Chebbi non avrebbe i titoli per presentarsi alle presidenziali fra due mesi, essendo stata la Costituzione modificata proprio per escluderlo. Il confronto politico che proseguira’ anche oggi dovra’ dunque trovare un consenso comune non solo sulla formazione del nuovo governo, ma anche sull’escamotage normativo con cui permettere a tutti – e’ la richiesta del Pdp – di correre per le presidenziali. Sulla scena politica poi, torna ad affacciarsi un soggetto da lungo tempo escluso: e’ Rached Ghannouchi, leader del Partito islamico-moderato Ennahda, fuorilegge in Tunisia, che da Londra si e’ detto pronto a tornare in patria e a partecipare al governo di unita’ nazionale. ”L’intifada tunisina è riuscita a far cadere la dittatura”, ha detto. Il Paese tradizionalmente piu ”laico” del Maghreb sembra sul punto di tornare a confrontarsi con la questione dell’islam politico, che preoccupa anche i suoi vicini. Ieri sera e’ poi intervenuto il leader libico Muammar Gheddafi. Si e’ detto ”rammaricato” per la destituzione del presidente Ben Ali (che per lui e’ ancora ”il capo di stato legittimo”) e ”al popolo tunisino” ha proposto l’adozione di ”una democrazia diretta”, sul modello della Libia.