Tutti uguali sopra la legge
Giovanni Cardona | Il 24, Gen 2014
L’avvocato Cardona analizza lo “strapotere” politico
Tutti uguali sopra la legge
L’avvocato Cardona analizza lo “strapotere” politico
Quotidianamente nelle nostre comunità cittadine – ma la portata del discorso è naturalmente nazionale – ci si scontra con la stupida arroganza “dei potenti” e con il vergognoso contraltare servilistico “dei sudditi”.
La vita e le sue regole vengono annichilite dalla perspicace prosopopea dialettica di una pletora di arroganti contrabbandieri-amministratori, fulgidi esempi terreni ed espressioni teatralmente assurde di una fantomatica “democrazia matura” all’interno della quale tutti i cittadini hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, come nell’Animal Farm di George Orwell, dove tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri.
L’arroganza del potere è un male sottile e invasivo. In pochi riescono a sottrarsi alla tentazione di prevalere ad ogni costo prevaricando le loro naturali e precostituite funzioni ed usurpando spazi di libertà individuale che si concretizzano con: “sono io che comando qui”.
E’ una reinterpretazione del bene pubblico, che collide macroscopicamente con quello che i padri costituzionalisti e le elaborazioni dottrinarie amministrative volevano imprimere quale elemento caratterizzante il fine ultimo di un vivere libero e dignitoso.
Come dice Stefano Rodotà, la libertà è la prima portatrice del valore dell’autonomia della persona, e non deve essere barattata dinanzi al “potente” di turno.
La libertà di pensiero -rara avis- appartiene a una ristretta, ma molto ristretta, minoranza.
Che deludente scenario. Il potere dà alla testa e l’atteggiamento insolente, impune e presuntuoso, inevitabilmente prende come sempre il sopravvento. L’arroganza del potere è il più delle volte subdola, ammantata da un atteggiamento di disponibilità verso il prossimo, biecamente si nasconde spesso dietro propositi populistici, quali il giuramento di imparzialità, gli intenti a difesa delle classi sociali più fragili.
L’arroganza e la scadenza di questi politici e burocrati, tutti inseriti negli apparati del potere, non hanno limiti. Abbarbicati nelle loro torri d’avorio, lontani dalla gente, lontani dai bisogni anche primari della società, con stipendi e prebende da favola non giustificati se non dall’ubbidienza e dall’appartenenza al “sistema” e, come se ciò non bastasse, si permettono anche di prenderci in giro, di farsi gioco di noi.
Nell’attimo in cui di fronte all’arroganza del potere, la Legge si gira altrove o prende tempo, allora si realizza il killeraggio peggiore della collettività, vengono uccisi i diritti proclamati vanificando le certezze delle comunità, che sono la sola vera linfa per le giovani generazioni che hanno bisogno di credere in qualcosa.
Contro un potere espressione di sprezzo per il prossimo, tracotanza, turpiloquio e disonestà solamente il potere della Conoscenza può contrastare l’arroganza del potere.