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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 03 NOVEMBRE 2024

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Agroalimentare, il ministro Catania: grazie al Nac, smantellata maxitruffa su fondi UE

Agroalimentare, il ministro Catania: grazie al Nac, smantellata maxitruffa su fondi UE

| Il 05, Dic 2011

Locri, le persone fermate sono vicine alle famiglie mafiose della zona


IN ALLEGATO ALL’INTERNO DELLA NEWS L’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE

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LOCRI – I Carabinieri del Comando Politiche Agricole e Alimentari e del Comando Provinciale di Reggio Calabria stanno eseguendo 12 misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di soggetti indagati, a vario titolo, per illeciti finanziamenti comunitari cui agli artt. 640 bis, 483 e 479 c.p., nonché al sequestro preventivo per equivalente di beni per il valore di circa 1 milione di euro per 25 indagati.

I provvedimenti cautelari scaturiscono da indagini svolte dai Carabinieri del Gruppo di Locri, grazie alla quale sono stati deferiti 48 soggetti ritenuti contigui alla ‘ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali denominate cosche “MORABITO-BRUZZANITI-PALAMARA” e “MOLLICA-MORABITO” operanti in Africo Nuovo (RC) e “VOTTARI” e “NIRTA alias SCALZONE-GIORGI alias CICERO” operanti in San Luca (RC).

I carabinieri hanno accertato che il gruppo affaristico avvalendosi della fitta rete di complicità di diversi operatori dei Centri di Assistenza Agricola e di alcuni organi di controllo amministrativi ha tenuto le seguenti condotte fraudolente:

– fittizia dichiarazione all’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, da parte di 30 allevatori, di consistenze aziendali di centinaia di capi ovicaprini in realtà inesistenti o con dati di consistenza maggiorati, anche allo scopo di ottenere dal Servizio Veterinario il codice ed il registro aziendale necessari per presentare le istanze di finanziamento;

– connivenza di ispettori degli Uffici Provinciali Agricoltura incaricati dei controlli, i quali, all’atto delle verifiche loro delegate dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, nella qualità di pubblici ufficiali attestavano in verbale la presenza in allevamento di ovicaprini in realtà mai posseduti dagli allevatori;

– complicità dei responsabili di alcuni Centri di Assistenza Agricola  i quali, ancorché “incaricati di Pubblico Servizio”, inserivano nel Sistema Informativo Agricolo Nazionale domande di pagamento incomplete o riportanti dati palesemente falsi, contribuendo alla truffa posta in essere dagli allevatori.

I particolari dell’operazione saranno resi noti agli organi d’informazione in sede di conferenza stampa, che sarà tenuta dal Procuratore Aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria, dott. Ottavio SFERLAZZA, presso il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria alle ore 11.00.

“Questa operazione dei Nuclei Antifrodi Carabinieri a tutela della legalità nel sistema dei finanziamenti comunitari in agricoltura, mi consente di esprimere pubblicamente per la prima volta nel ruolo di Ministro il mio incondizionato apprezzamento per l’attività svolta con assoluta competenza e grande spirito di sacrificio dai militari dell’Arma dei Carabinieri che operano alle dipendenze funzionali del Ministero. Ad essi è affidata un’importante missione sempre più strategica per gli interessi del Paese: la lotta all’agropirateria e alle frodi comunitarie del comparto agroalimentare. Nella mia esperienza pluriennale ho avuto tante occasioni per constatare l’impegno e la professionalità dei Nuclei Antifrodi Carabinieri ed oggi posso affermare che il loro ruolo è di assoluto rilievo per la tutela della legalità in un settore che purtroppo vede sempre più invasivi interessi della criminalità”.

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania ha commentato l’operazione condotta dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari – Nucleo Antifrodi Carabinieri di Salerno in collaborazione con il Comando Provinciale di Reggio Calabria contro il sistema degli illeciti finanziamenti comunitari nel comparto agro-alimentare destinati alla Regione Calabria, nel cui ambito è emersa una fitta rete di complicità tra operatori del settore e addetti ai controlli, risultati contigui anche ad alcune ‘ndrine locali.

L’attività investigativa riguarda 48 indagati di cui 11 già tratti in arresto in esecuzione di ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta di quella Procura della Repubblica.

A loro carico sono emerse responsabilità per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (ex art. 640 bis C.p.), falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico (ex art. 483 C.p.), falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (ex art. 479 C.p.) per aver percepito illecitamente finanziamenti comunitari per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.

L’attività investigativa ha consentito di accertare che il gruppo affaristico – criminale era organizzato su basi familiari contigue ad alcuni clan locali di Africo Nuovo (RC) e San Luca (RC), ed ha potuto avvalersi della fitta rete di complicità di diversi operatori dei Centri di Assistenza Agricola e di alcuni organi di controllo amministrativi.

In particolare, sono state accertate le seguenti condotte fraudolente:

la fittizia dichiarazione all’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, da parte di 30 allevatori, di consistenze aziendali di centinaia di capi ovicaprini in realtà inesistenti o con dati di consistenza maggiorati, anche allo scopo di ottenere dal Servizio Veterinario il codice ed il registro aziendale necessari per presentare le istanze di finanziamento; la connivenza di ispettori degli Uffici Provinciali Agricoltura incaricati dei controlli, i quali, all’atto delle verifiche loro delegate dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, nella qualità di pubblici ufficiali attestavano in verbale la presenza in allevamento di ovicaprini in realtà mai posseduti dagli allevatori; la complicità dei responsabili di alcuni Centri di Assistenza Agricola  i quali, ancorché “incaricati di Pubblico Servizio”, inserivano nel Sistema Informativo Agricolo Nazionale domande di pagamento incomplete o riportanti dati palesemente falsi, contribuendo alla truffa posta in essere dagli allevatori.

Le irregolarità accertate hanno riguardato anche il settore olivicolo con il coinvolgimento di gestori di frantoi ed ispettori delegati al controllo. Nel caso di specie, i titolari delle aziende del comparto attestavano falsamente l’esistenza di consistenti estensioni di fondi coltivati ad uliveto per i quali venivano percepiti aiuti comunitari in relazione a quantitativi di olio fittiziamente prodotti. I gestori dei frantoi, quali certificatori, rilasciavano documentazione attestante la falsa quantità di olive molite.

Nello sviluppo delle indagini il NAC di Salerno si è avvalso delle “analisi di rischio” fornite dall’Agenzia per le Erogazioni Agricoltura e di rilevazioni geosatellitari del territorio, ed ha condotto un’articolata attività di verifica tecnico-finanziaria sulla base dei controlli incrociati sul Sistema Informativo Agricolo Nazionale e sulle Banche Dati dell’Anagrafe Zootecnica di Teramo e dell’Agenzia del Territorio.

L’operazione del Nucleo Antifrodi Carabinieri di Salerno ha visto anche l’importante fase dell’aggressione anticipata ai patrimoni criminali illecitamente perseguiti che rappresenta la nuova strategia di azione che il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari  sta perseguendo in stretta intesa con la Procura della Repubblica di Reggio Calabria per rendere più incisiva la tutela della legalità nel sistema degli aiuti al comparto agroalimentare.

Sono quindi in corso di esecuzione i provvedimenti di “sequestro preventivo” “per equivalente” previsti  dall’art. 321 c.p.p. di conti correnti, terreni, fabbricati  e auto di grossa cilindrata per il valore equivalente di circa 1 milione di euro pari al valore degli illeciti finanziamenti comunitari accertati nelle campagne agricole dal 2004- 2008.

L’aggressione ai patrimoni illeciti nelle frodi comunitarie è di fondamentale importanza perché in base alla normativa comunitaria l’entità dell’illecito finanziamento sottratto illegalmente al budget comunitario viene posta a carico dello Stato membro almeno nella misura del 50% ma anche oltre se lo Stato si rileva inadempiente rispetto agli obblighi comunitari.

Inoltre le azioni di recupero avviate dai Nuclei Antifrodi Carabinieri d’intesa con l’Autorità Giudiziaria sono rivolte anche a tutelare il regime di concorrenza e la libertà dei mercati che risulterebbero alterati dalla condotta disonesta di chi accede illecitamente a finanziamenti comunitari.

“Azioni come quella di oggi – ha aggiunto il Ministro – testimoniano che l’impegno è altissimo e che l’accorta sensibilità investigativa dei Nuclei Antifrodi Carabinieri e della Magistratura – che hanno operato in questo caso anche il sequestro anticipato dei beni per assicurare un’efficace e tempestiva azione di recupero – può davvero infliggere un duro colpo ai patrimoni illeciti e alle organizzazioni criminali che alterano le regole del mercato e compromettono la corretta destinazione delle risorse comunitarie. Auspico che su questo percorso intrapreso dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari ci sia una forte mobilitazione di tutta la Società civile, delle Associazioni dei Consumatori, delle Organizzazioni di Categoria e di tutti gli Operatori del settore perché siamo tutti responsabilmente chiamati a fornire un contributo sempre più attivo e per vigilare sulla legalità  del nostro sistema agroalimentare”.

L’attività svolta si inserisce in una più ampia strategia che il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari ha sviluppato e messo a punto con l’OLAF (Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode) anche in occasione del recente incontro svoltosi tra il Direttore dell’OLAF, Dott. Giovanni Kessler ed il Comandante dei Nuclei Antifrodi Carabinieri.

Le iniziative sviluppate hanno già visto proprio la scorsa settimana un altro sequestro di oltre 1 milione di euro per illeciti finanziamenti comunitari al settore agro-alimentare destinati ancora in Calabria e nell’ultimo anno  il complesso di beni, conti correnti e altri titoli illeciti sequestrati sottratti al circuito delle frodi comunitarie ammonta ad oltre 200 milioni di euro.

NUCLEI ANTIFRODI CARABINIERI (NAC): 48 INDAGATI E 12 ARRESTI PER ILLECITI FINANZIAMENTI  COMUNITARI NEGLI AIUTI ALL’AGRICOLTURA

IN CALABRIA. AGGREDITO IL PATRIMONIO DEL GRUPPO CRIMINALE CON IL SEQUESTRO DI BENI PER 1 MILIONE DI EURO

Il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari e il Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno condotto un’ operazione contro il sistema degli illeciti finanziamenti comunitari nel comparto agro-alimentare destinati alla Regione Calabria, nel cui ambito è emersa una fitta rete di complicità tra operatori del settore e addetti ai controlli, risultati contigui all’ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali operanti in Africo Nuovo e San Luca.

L’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria riguarda 48 indagati di cui 12 tratti in arresto in esecuzione di ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria.

Nei confronti dei soggetti indagati, a vario titolo, sono emerse responsabilità per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (ex art. 640 bis C.p.), falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico (ex art. 483 C.p.), falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (ex art. 479 C.p.) per aver percepito illecitamente finanziamenti comunitari per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.

L’attività investigativa ha consentito di accertare che il gruppo affaristico avvalendosi della fitta rete di complicità di diversi operatori dei Centri di Assistenza Agricola e di alcuni organi di controllo amministrativi ha tenuto le seguenti condotte fraudolente:

– fittizia dichiarazione all’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, da parte di 30 allevatori, di consistenze aziendali di centinaia di capi ovicaprini in realtà inesistenti o con dati di consistenza maggiorati, anche allo scopo di ottenere dal Servizio Veterinario il codice ed il registro aziendale necessari per presentare le istanze di finanziamento;

– connivenza di ispettori degli Uffici Provinciali Agricoltura incaricati dei controlli, i quali, all’atto delle verifiche loro delegate dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, nella qualità di pubblici ufficiali attestavano in verbale la presenza in allevamento di ovicaprini in realtà mai posseduti dagli allevatori;

– complicità dei responsabili di alcuni Centri di Assistenza Agricola  i quali, ancorché “incaricati di Pubblico Servizio”, inserivano nel Sistema Informativo Agricolo Nazionale domande di pagamento incomplete o riportanti dati palesemente falsi, contribuendo alla truffa posta in essere dagli allevatori.

Le irregolarità accertate hanno riguardato anche il settore olivicolo con il coinvolgimento di gestori di frantoi ed ispettori delegati al controllo. Nel caso di specie, i titolari delle aziende del comparto attestavano falsamente l’esistenza di consistenti estensioni di fondi coltivati ad uliveto per i quali venivano percepiti aiuti comunitari in relazione a quantitativi di olio fittiziamente prodotti. I gestori dei frantoi, quali certificatori, rilasciavano documentazione attestante la falsa quantità di olive molite.

Le investigazioni si sono avvalse delle “analisi di rischio” fornite dall’Agenzia per le Erogazioni Agricoltura e di rilevazioni geosatellitari del territorio, ed hanno permesso un’articolata attività di verifica tecnico-finanziaria sulla base dei controlli incrociati sul Sistema Informativo Agricolo Nazionale e sulle Banche Dati dell’Anagrafe Zootecnica di Teramo e dell’Agenzia del Territorio.

Un altro aspetto importante dell’operazione è quello riguardante l’aggressione anticipata ai patrimoni criminali illecitamente perseguiti per rendere più incisiva la tutela della legalità anche nel sistema degli aiuti al comparto agroalimentare.

Sono stati eseguiti anche i provvedimenti di “sequestro preventivo” “per equivalente” previsti  dall’art. 321 c.p.p. di conti correnti, terreni, fabbricati  e auto di grossa cilindrata per il valore equivalente di circa 1 milione di euro pari al valore degli illeciti finanziamenti comunitari accertati nelle campagne agricole dal 2004- 2008.

L’aggressione ai patrimoni illeciti nelle frodi comunitarie è di fondamentale importanza perché in base alla normativa comunitaria l’entità dell’illecito finanziamento sottratto illegalmente al budget comunitario è posta a carico dello Stato membro almeno nella misura del 50% ma anche oltre se lo Stato si rileva inadempiente rispetto agli obblighi comunitari.

Inoltre le azioni di recupero avviate dai Nuclei Antifrodi Carabinieri d’intesa con l’Autorità Giudiziaria sono rivolte anche a tutelare il regime di concorrenza e la libertà dei mercati che sono così alterati dalla condotta disonesta di chi accede illecitamente a finanziamenti comunitari.

 

 

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