Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), DOMENICA 01 DICEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

“Un allargamento graduale, una stabilizzazione duratura: l’Unione Europea e i Balcani” Conferenza del Presidente del SIO Franco Frattini - MIB School of Management

“Un allargamento graduale, una stabilizzazione duratura: l’Unione Europea e i Balcani” Conferenza del Presidente del SIO Franco Frattini - MIB School of Management
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

Trieste – Nella Sala Convegni della splendida residenza ottocentesca di Palazzo Ferdinandeo dono del Barone Pasquale Revoltella al Comune di Trieste, si è articolata una interessante Conferenza con il già Ministro degli Affari Esteri, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, Franco Frattini.

L’interessante evento è stato promosso dall’Alta Scuola di Formazione MIB School of Management, in collaborazione con l’InCE.

Dopo un breve ringraziamento al qualificato parterre presente in Sala, il Prof. Stefano Pilotto “Docente di Storia e Scienze Politiche all’Università di Trieste ha lasciato la parola, per un breve saluto dei presenti al tavolo di presidenza non prima di aver delineato un breve profilo dell’Illustre relatore.

A seguire sono intervenuti il Direttore del MIB, Dr. Vladimir Nanut e il Segretario Generale dell’InCE, Ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri il quale ha ceduto la parola al Sindaco di Trieste il Dr. Roberto Cosolini per un breve intervento connesso alla relazione del Presidente Franco Frattini, grande conoscitore della storia dei Balcani tanto che Il primo ministro della Serbia Aleksandar Vucic, lo ha voluto fortemente nella sua squadra a supporto del suo governo, affidandogli l’incarico di consulente per le tematiche europee. Frattini dall’alto della sua esperienza aiuterà la Serbia nel suo cammino di avvicinamento verso l’Unione europea.

Franco Frattini ci ha tenuto a sottolineare il legame che lo lega alla città di Trieste, dove, come ha dichiarato, “ci vengo sempre volentieri, qui ho tanti amici come il Dr. Roberto Antonione presente in sala e l’Ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri”, il Segretario Generale dell’InCE.

Immancabile nella sua esposizione la citazione dello statista De Gasperi che nella presentazione del suo governo ebbe a dire: “i politici guardano gli affari di stato, gli uomini guardano le prossime generazioni”.

Nella sua relazione si è soffermato sulle mosse che l’Europa dovrà intraprendere immediatamente sulla questione migranti per non finire su una strada impervia.

“I problemi non si possono certo risolvere alzando fili spinati come quelli che il governo sloveno ha alzato al confine con la Croazia, – E’ impensabile parlare di allargamento dell’Europa se poi di contro si pongono paletti limitativi” ha proseguito Frattini.

Frattini ha auspicato che questo non si verificherà altrimenti crolla uno dei pilastri fondanti dell’Unione europea. Quello che è accaduto in Slovenia a pochi passi da Trieste lo ha lasciato profondamente amareggiato, ha continuato – “nel 2007 ero in zona, quando la Slovenia ha aderito all’area Schengen, ora nove anni dopo si torna indietro si collocano fili spinati. La sospensione del trattato di Schengen è una pesante sconfitta per i Capi di Stato che si sono impegnati per uno spazio unico europeo”.

Quanto sta accadendo non favorisce l’allargamento della UE, al contrario accentua i conflitti etnici e favorisce la recrudescenza dei nazionalismi, facile preda delle galassie terroristiche presenti nei Balcani.

Tutto questo cozza pesantemente con i principi di una Europa senza barriere.

L’Europa non può pensare di poter risolvere da sola i problemi da cui è afflitta, deve guardare alla federazione Russa senza anteporre filtri, determinante nel 1995 negli accordi di Dayton con il suo Primo ministro Viktor Chernomyrdin.

Durante la conferenza ha risposto volentieri alle domande provenienti dagli invitati presenti nella sala gremita.

Ad una domanda sulla proposta del primo ministro sloveno Miro Cerar sulla questione migranti che chiede di dare un aiuto concreto alla Macedonia fornendo attrezzatura e personale di polizia, Frattini  ha risposto:

“La Macedonia è un paese in profonda difficoltà e la chiusura dei propri confini con la Grecia, non risolve i problemi, anzi li acuisce, crescono le frizioni forti che esistono tra i due paesi – non si può nemmeno pensare di lasciare da sola la Macedonia con le problematiche interne da cui è afflitta”.

Ha perfettamente ragione Frattini ad affermare ciò, pensare di scaricare la questione migrazione sulla Macedonia significa far riemergere quegli odi razziali che alimentano il terrorismo. La Macedonia non dimentichiamo non è nuova a guerre lampo, la battaglia di Kumanovo nel 1912 con cui la Serbia sconfisse l’impero Ottomano nella prima guerra dei Balcani e recentemente nel 2015 con i sanguinosi combattimenti tra esercito e terroristi con numerosi morti sono solo alcuni esempi.

Eventi che preoccupano non poco Franco Frattini grande esperto della geopolitica dei Balcani.

Da sottolineare che la Macedonia è in una crisi politica profonda, nonostante il sofferto accordo raggiunto tra i partiti politici in giugno, dopo estenuanti negoziati mediati dai rappresentanti dell’Unione Europea.

La crisi politica e istituzionale seguita allo scandalo intercettazioni è stata tamponata con il cosiddetto accordo di Przino sottoscritto il 2 giugno 2015, alla presenza del Commissario UE per l’Allargamento Johannes Hahn e dei quattro principali partiti in contrasto tra di loro.

Anche se l’accordo sulla carta c’è, non tutto è andato liscio da allora. Come accaduto durante i negoziati, anche nel processo di attuazione, si annidano ostacoli e trabocchetti politici.

E ha detto bene Frattini “isolare la Macedonia e lasciarla ai propri problemi in un paese in transizione è un grave azzardo”.

Durante la lunga conferenza il presidente Frattini ha toccato vari temi, in primis la crisi economica globale nata nel 2008 negli States e propagatasi, anche per assenza di anticorpi resistenti, in Europa.

Si è soffermato sulle primavere arabe che a suo dire, più che primavere, erano vere rivoluzioni.

Ha lanciato anche frecciate ai paesi vicini insofferenti per l’arrivo dei profughi dal corridoio balcanico, ha ricordato che nello stesso periodo, l’Italia ha sempre accolto i migranti a braccia aperte.

Purtroppo, ha aggiunto Frattini, l’Europa ha commesso un grave errore, non è corsa ai ripari già nel 2006 con le prime avvisaglie, non è stata capace di prevenire l’imponente flusso di migranti in marcia sulle rotte balcaniche.

I paesi della Regione balcanica, non sono pronti, tutti arrancano a differenza della sola Serbia governata dal premier Vucic,  il cui Pil continua a crescere, seguita a ruota dal Montenegro.

E’ necessario un filtro per dividere i migranti economici da quelli che fuggono da guerre. l’Europa può dare asilo solo a questi ultimi, quelli che abbandonano i loro paesi di origine per motivi economici dovrebbero essere aiutati sul posto, ha affermato Frattini.

Le sfide che ci toccano affrontare nel prossimo futuro sono molteplici per stabilizzare le regioni dei Balcani. Uno dei principali punti, anche se Frattini ha sorvolato forse per motivi diplomatici, riguardano proprio i rapporti tra Kosovo e Serbia. I rapporti possono incamminarsi sulla strada giusta se la politica kosovara mostra una mente più elastica ai processi di evoluzione, di cui uno dei più importanti è la nascita dei comuni serbi del Kosovo che nonostante siano stati sottoscritti tra Serbia e Kosovo, quest’ultimo tenta di ostacolarli. Stabilizzando questa area di crisi tutta la regione ne beneficerebbe.

Frattini ha concluso la sua interessantissima relazione per il rilancio dei Balcani mettendo punti fermi

1 – Rilancio Politico: che può avvenire solo con una leadership politica forte

2 – Sviluppo Economico: nascita di infrastrutture comuni da implementare nella regione, linea ferroviaria, rete viaria, trasporti che apportano beneficio e con esso crescita economica. A tal proposito Frattini ha citato il mega progetto che sta nascendo a Belgrado con i fondi degli Emirati Arabi Uniti “Belgrado Waterfront”, di cui ci teniamo a ricordare Tony Blair altro importante consulente del Premier Vucic è il promotore.

3 – Lotta al terrorismo: piaga dolente che impedisce lo sviluppo della regione.

Ha concluso Frattini, solo se uniti, possiamo risolvere i problemi è da folli pensare di poter risolvere da soli i problemi, neppure la Germania locomotore economico dell’Europa, davanti al problema migranti è riuscita nell’intento.

Maurizio Compagnone (Opinionista della Gazzetta italo brasiliana)

con la collaborazione della dott. Karoline Schretter