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Un canto dedicato alla Madonna della Montagna di Polsi

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L’uomo, sin da tempi remoti, ha cercato di trovare la spiritualità nella trascendenza,e
le montagne hanno sempre offerto un terreno privilegiato alle esperienze dell’anima:la
loro maestosità, la verticalità, l’inaccessibilità, la lontananza dalla quotidianitàe
la vicinanza al cielo, hanno favorito l’ascesa e l’ascesi spirituale dell’essere umano. Anche
la devozione cristiana si è manifestata sulle altitudini e tante nostre montagne, dalla
Valle d’Aosta alla Sicilia, sono cosparse di santuari e luoghi sacri: fraquesti,
più di duemila templi sono dedicati al culto mariano e sono sorti in granparte nei
luoghi in cui si annoveravano le apparizioni della Madre celeste e prodigi straordinari. Anche
in Calabria l’espressione del sentimento religioso si è manifestata
sui monti, e il massimo luogo di culto mariano si trova a Polsi nel cuore dell’Aspromonte. In
una piccola valle immersa in un ambiente naturale grandioso – sorge il Santuariodella
“Madonna della Montagna” di Polsi, circondato da gole profonde, corsi d’acqua, foreste,
rupi scoscese e ripidissimi pendii, dominati dalla vetta suprema del Montalto. Il
culto mariano aspromontano nel pittoresco borgo di Polsi, ha origini antichissime e
molte leggende raccontano la sua nascita. La più popolare narra che, nel 1114, un
giovane pastore si spinse sulla montagnaalla ricerca di un giovenco smarrito: lo
ritrovò intento a dissotterrare una Crocein ferro di tipo orientale e, dopo averla
estratta, s’inginocchiò di fronte adessa. Nello stesso istante apparve la Madonna
con il Bambino in braccio che, rivoltaal mandriano, manifestò il desiderio di vedere
eretto in quel luogo un santuarioa Lei dedicato. La fondazione del tempio avvenne
al tempo di Ruggiero II di Sicilia (1095-1154), e al suo interno fu custodita la Santa
Croce del miracolo, che ancora oggi può essere ammirata.

Successivamente furono accolti
anche due magnifici simulacri della Madonnadella Montagna: uno monumentale – opera
siciliana del XVI secolo – scolpito in pietratufacea dipinta, e l’altro più
piccolo e più leggero in legno. Il primo troneggianell’ampia nicchia dell’altare
maggiore dal 1570 e per tradizione viene rimosso ogni cinquanta anni per la celebrazione
dell’Incoronazione della Vergine e portato in processione, il secondo viene utilizzato
per le cerimonie annuali, alle quali partecipano moltissimi pellegrini provenienti
da località calabresi e siciliane, che venerano e onorano le loro “Vergini della
Montagna”, collegate al culto più antico della Madonna di Polsi. In occasione della
festa della Madre celeste aspromontana, che si celebra dal 31 agosto al 2 settembre
di ogni anno, una moltitudine di pellegrini organizzata in cinquanta carovane, o in
forma privata, ascende in pellegrinaggio la montagna per raggiungere il Santuario
di Polsi, in uno straordinario intrecciodi colori, canti, danze, fede, riti arcaici,
tradizioni, folklore.

La religiosità popolare unisce e confonde storia e leggende,
ma è sempre improntata alla ricerca della verità, del sublime e dell’infinito.
In occasione dei festeggiamenti della Vergine della Montagna, persone di ogni ceto
da molti secoli si ritrovano insiemea pregare, a cantare e a ballare, circoscrivendo
un fenomeno che è anche sociale, oltre che religioso. Il poeta calabrese Domenico
Caruso e il musicista aquilano Camillo Berardi hanno dedicato alla Regina aspromontana
il componimento “A’ Madonna dâ Muntagna” che può essere ascoltato nel video
accessibile tramite il link seguente:
https://www.youtube.com/watch?v=U9sHw7fzJ_c

A’ Madonna dâ Muntagna
(Alla Madonna della Montagna di Polsi)

Versi di Domenico Caruso
Musica di Camillo Berardi

Sup’Asprumunti c’è ’na gran Signura,
Maria di la Muntagna esti chiamata:
jèu mu’ l’arrivu no’ cci vìju l’ura
e no’ mi stancu di la caminata.

E comu i nostri patri sonu e cantu,
’u cori ’n manu a’ Vèrgini presentu
e no’ mi movu di lu locu santu
se no’ si poni fini o’ me’ tormentu.

Rit. Matri adorata, no’ m’abbandunati
ca’ li bisogni me’ Vu’ li sapiti,
vògghju gridari pe’ tutti li strati:
“Veniti genti e di prèju ciangiti!”

Rigina chi lu Celu cumandati,
la paci sulu Vu’ potiti dari: .
pecchì pentutu su’ di li peccati,
li Vostri gran virtù vògghju lodari!

E quandu a la me’ casa jèu ritornu
mi sentu veramenti ricriari
e pregu la Madonna notti e jornu
pe’ li figghjòli e li perzuni cari.

Alla Madonna della Montagna
(Traduzione in lingua)

Sull’Aspromonte c’è una gran Signora,
Maria della Montagna è chiamata:
io a raggiungerla non vedo l’ora
e non sono stanco della camminata.

E come i nostri padri suono e canto,
il cuore in mano alla Vergine presento
e non mi muovo dal luogo santo
se non si pone fine al mio tormento.

Rit. Madre adorata, non mi abbandonate
perché i miei bisogni Voi conoscete,
voglio gridare per tutte le strade:
“Venite gente e di gioia piangete! “

Regina che il Cielo comandate,
la pace solo Voi potete dare:
poiché sono pentito dei peccati
le Vostre gran virtù voglio lodare!

E quando alla mia casa io ritorno
mi sento veramente ricreare
e prego la Madonna notte e giorno
per i giovani e le persone care.

 

Foto di Salvatore Argento