Un Paese KO. L’Italia raggiunge il triste primato di disoccupati della zona Euro
Giovanni D'agata | Il 04, Giu 2014
Ai massimi dal 1977. Tasso record in Italia al 13,6%. Il governo non fa niente per il lavoro
Un Paese KO. L’Italia raggiunge il triste primato di disoccupati della zona Euro
Ai massimi dal 1977. Tasso record in Italia al 13,6%. Il governo non fa niente per il lavoro
È già su tutti i media nazionali ed internazionali la notizia, che non è una notizia
se si è a conoscenza della situazione reale, che In Italia il tasso di disoccupati
nel primo trimestre del 2014 è salito al 13,6%, un valore mai registrato prima,
almeno dal 1977, anno in cui sono partite le serie storiche dell’Istat. A trainare
questo dato in negativo è la disoccupazione giovanile e dei giovanissimi con 739
mila under 25 a spasso, per un tasso di disoccupazione che, anche in questo caso,
raggiunge il suo massimo storico, toccando quota 46%. Intanto il Mezzogiorno si allontana
sempre più dal resto d’Italia, tanto che nel Sud il tasso di giovani a caccia di
un impiego è pari al 60,9%. Fin qui i dati definiti dagli statistici come grezzi,
ovvero effettivi, che fotografano la situazione cosi com’è. Cifre giudicate allarmanti
da tutti i fronti.Tutto il resto lancia ancora segnali di crisi, dalla crescita degli
scoraggiati, che sfiorano i 2 milioni, all’aumento dei Neet, gli under 30 che non
studiano né lavorano, prossimi alla soglia dei 2,5 milioni. Inoltre risultano in
flessione sia i lavoratori con il posto fisso full time che i precari. L’unica forma
di lavoro che cresce è il tempo parziale, con oltre 4 milioni di persone impiegate
a orario ridotto, come non accadeva dal 1993, cioè da quando è partita la rilevazione.
Ma è tutto merito del part time ‘involontario’, accettato in mancanza di lavoro
a tempo pieno.Allargando lo sguardo all’insieme dell’Eurozona, la disoccupazione
ad aprile scende leggermente, fermandosi all’11,7%. L’Italia oltrepassa quindi la
media dell’unione monetaria, anche se la maglia nera continua ad andare alla Spagna
(25,1%).Alla luce di tali ennesime prove del fallimento delle politiche degli ultimi
anni che hanno tutelato un’economia fatta di fumo perché rivolta alle banche e
ai poteri finanziari, Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti
[1]”, rivolge un ultimo appello al governo ad avviare immediatamente misure strutturali
per il lavoro e per rilanciare l’economia.