Un progetto di legge regionale per la riduzione dei costi della politica regionale
redazione | Il 06, Ott 2012
Promosso da “Progetto Lamezia”. Ecco il quadro di sintesi
Un progetto di legge regionale per la riduzione dei costi della politica regionale
Promosso da “Progetto Lamezia”. Ecco il quadro di sintesi
Riceviamo e pubblichiamo:
Sin dall’avvio nel gennaio 2012 – tempi non sospetti – del processo democratico promosso da “Progetto Lamezia” per la riduzione dei costi della politica regionale, l’obiettivo era quello di richiamare l’attenzione dei cittadini sugli elevati costi del consiglio regionale, attraverso un’iniziativa che partisse dal basso.
Non poteva tollerarsi, cioè, che i soldi dei cittadini si sperperassero, senza controlli, in indennità stellari, vitalizi maturati e goduti senza limiti, portaborse clientelari, retribuzioni anche ai consiglieri arrestati, mentre la Regione provvedeva ad imporre sacrifici alla comunità con aumenti delle tasse regionali (IRAP) e tagli al welfare.
Sin da subito è stato avvertito l’entusiasmo alla ns iniziativa in tutta la regione. In pochi mesi tredici consigli comunali hanno aderito alla proposta di legge regionale, raggiungendo i requisiti previsti dall’art. 39 dello Statuto regionale (3 consigli comunali per complessivi 10.000 abitanti).
Sì è verificato, invece, lo sbarramento opposto dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale che, all’unanimità, nella seduta dell’8 agosto, ha dichiarato inammissibile la proposta, inventandosi di sana pianta una norma inesistente, impendendo, così, che il plenum del Consiglio Regionale giungesse alla discussione in aula.
Ma la catastrofe era imminente e il Governo, a scandali avvenuti, ha deciso che la misura era colma e dall’alto ha proceduto al taglio di quelle rendite regionali parassitarie, con un decreto legge che apporta gli stessi correttivi e rimedi proposti del ns progetto di legge.
Le decisioni assunte del governo rendono questa esperienza per noi gratificante perché significa: lungimiranza della ns iniziativa democratica che aveva previsto la deriva della casta, valorizzando, a costo zero, il senso della politica come servizio; conseguimento pieno, oltre le aspettative, di un risultato politico, contrastato, sin dall’origine, da forze antagoniste ostili alla sobrietà ed al cambiamento.
QUADRO DI SINTESI DELLA PROPOSTA DI LEGGE
1. Semplificazione e riduzione del trattamento economico dei consiglieri regionali per i quali, senza distinzione di ruolo, è previsto solo l’80% dell’indennità prevista dall’art. 1 l.reg. n. 3/96 (€ 9.200 lordi, € 6000 circa netti), a differenza del Presidente della Giunta Regiona e Presidente del Consiglio Regionale che è riconosciuta al 100% (€ 11.500 lordi). I consiglieri, così, non possono godere di altro gettone, indennità, diaria a carico del bilancio regionale.
2. La conferma della soppressione dell’assegno vitalizio con effetto, però, dalla legislatura in corso. Per coloro che hanno già maturato il diritto al vitalizio, esso sarà corrisposto al compimento di sessantasette anni di età, invece degli attuali sessanta. E’ prevista, inoltre, la non cumulabilità con l’assegno vitalizio previsto per i membri del Parlamento italiano.
3. La soppressione delle strutture speciali (portaborse) in favore dei membri dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio, dei Presidenti delle Commissioni, del Presidente del Comitato regionale di controllo contabile e di quei consiglieri che ne potevano godere.
4. L’immediata operatività delle norme sin dalla presente legislatura.
5. La destinazione delle risorse finanziarie ricavate dalla riduzione dei costi conseguiti (almeno otto milioni di euro) dall’applicazione delle presente legge, in favore delle politiche pubbliche a sostegno della famiglie;
6. L’iniziativa legislativa è avviata ai sensi dell’art.39 Statuto Regionale che richiede l’adesione di almeno tre Consigli Comunali che superino, complessivamente, diecimila abitanti.