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TAURIANOVA (RC), SABATO 23 NOVEMBRE 2024

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Un segno nella roccia Una narrazione del giurista blogger Cardona su una visione mistica divenuta visibile, concreta, solida ed efficiente realtà

Un segno nella roccia Una narrazione del giurista blogger Cardona su una visione mistica divenuta visibile, concreta, solida ed efficiente realtà
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Chissà se nella istruttoria del processo di santificazione di Padre Pio da Pietralcina, si sia tenuta in debita considerazione del “segno nella roccia” tramandataci dal frate delle stimmate.
La Chiesa benché si avvalga sempre di prove documentali, di riscontri scientifici e di risultanze quasi inoppugnabili, al miracolo in se stesso, quale evento sovrannaturale che avviene al di là dell’ordine della natura, si può o non si può credere.
Ma non si può non credere a ciò che si vede, a quel “miracolo”, a quella testimonianza di concreto splendore che è la Casa del Sollievo della Sofferenza, immenso ospedale voluto da Padre Pio e che nel suo nome perpetua il Suo apostolato di assistenza e di esemplarità.
Li la testimonianza del miracolo è scolpita nella roccia di una montagna aspra e brulla, con la modernità del progresso, con il pragmatismo della scienza, con l’efficientismo della managerialità.
Questa struttura ospedaliera che palpita nella roccia della montagna garganica come un magma di operosità costituisce il miracolo più grande di Padre Pio, il Suo intervento più prodigioso.
La Casa del Sollievo della Sofferenza non è solo un ospedale tra i più grandi e moderni d’Europa, dotato di reparti d‘avanguardia che vanno dalla ginecologia all’oculistica, dall’ortopedia alla neurochirurgia, dall’oncologia alla chirurgia vascolare, dalla medicina nucleare alla neuroradiologia. E’ anche una fucina di ricerca scientifica, un crogiuolo di iniziative di studio, un laboratorio di osservazione in continuo divenire dove l’aggiornamento delle metodiche di cura e delle attrezzature, l’alta qualificazione del personale medico e paramedico sono elementi prioritari per affrontare la sofferenza fisica dell’uomo.
A San Giovanni Rotondo è possibile trovare attrezzature scientifiche che pochi altri ospedali italiani possono vantare, in virtù di un anelito pionieristico singolare per una struttura sanitaria del Sud.
Il tutto è affidato ad una gestione privatistica libera dalle pastoie burocratiche e dalle aberrazioni amministrative tipiche di quelle gestioni pubbliche apparentate al clientelismo e alle risse delle dazioni politiche.
Al vertice, non un grand commis espressione delle deleterie politiche turnali, ma tecnici, le cui doti manageriali sono forgiate alla fucina delle più alte scuole meritocratiche.
Una gestione rigorosa, severa dove ognuno fa più di quanto dovuto e dove il sollievo della sofferenza viene inteso come una missione più che un dovere.
Senza voler fare bieche discriminazioni, si sa quanto le carenze del Sud siano ataviche in ogni comparto della società produttiva e civile.
Il problema del Mezzogiorno è che quasi sempre è mezzanotte…
Nel Sud ogni processo innovativo, produttivo e civile trova freno nella struttura caratteriale e genetica di genti più vocate al pensiero che all’azione, alla meditazione piuttosto che al dinamismo, più portate a piangersi addosso che a vincere le proprie debolezze.
Gente dall’intelligenza più sottile del duttile, più abituata alla retrospettiva che alla prospettiva.
Ecco perché trovare nel profondo Mezzogiorno una struttura come la Casa del Sollievo della Sofferenza ha qualcosa di incredibile.
E trovarla arroccata su una montagna sperduta del roccioso Gargano, tra pastori, greggi di pecore e costoni di pietra, li dove le luci e le voci del mondo sono giunte solo in virtù di un vecchio convento in cui un frate cappuccino ricevette le stimmate, sa ancora più del prodigio; il Suo prodigio.
Padre Pio volle fermissimamente quell’ospedale. Lo volle per chi soffre, quasi a sussurrare a noi dolenti: dove io non posso arrivare con la preghiera, affidatevi alle cure dei miei medici perché almeno vi leniscano la sofferenza.
“La conservazione di tutto l’edificio dipende dalle fondamenta e dal tetto.” (Francesco Forgione 25.05.1887/23.09.1968 al secolo Padre Pio da Pietrelcina)