Una brutta storia. “Ti scanno, ti taglio la testa e la do ai cani, e mi bevo il sangue”, arrestato un 50enne calabrese Una brutta pagina di vita quella di una donna vittima di abusi e violenze
“Ti scanno, ti taglio la testa e la do ai cani, e mi bevo il sangue”. Una storia di circa dueci anni fatta di abusi e violenze di ogni tipo, quella subìta dalla famiglia di un cinquantenne di Paola, in provincia di Cosenza, arrestato dai carabinieri in Calabria dopo che la moglie è riuscita a vincere la paura e, dopo essere scappata, a denunciare quegli orrori ai carabinieri di Pozzuoli, nel Napoletano.
Tutti i componenti della famiglia sono stati lungamente ostaggio del marito e padre aguzzino e sottoposti a vessazioni, anche di carattere sessuale, nel caso della donna e della figlia. Nelle settimane scorse, poi, la fuga in Campania e la decisione di raccontare tutto alle forze dell’ordine.
Cone un film dell’orrore, dove oltre agli stupri (la figlia della donna, ora 15enne, già dall’età di dieci anni veniva violentata dal patrigno, che abusava di lei quotidianamente), comprende anche le botte, le bastonate e le sassate per i figli maschi quando questi sbagliavano o non eseguivano pedissequamente gli ordini del padre, come ad esempio badare al gregge, oppure assistere a crudeli uccisioni di animali, in particolare cani, impiccati o ai quali veniva sparato.
Uno stato di prostrazione e le continue minacce hanno portato la moglie sull’orlo della morte: ha voluto anche dirlo al marito che era sua intenzione togliersi la vita ma lui, ridendo, ha cinicamente replicato: «vai a suicidarti da un’altra parte, altrimenti mi rovini il pavimento». Il gip di Paola Rosamaria Mesiti ha disposto per l’uomo la custodia cautelare in carcere.