“Una migrazione silenziosa” giunge al Nautico di Pizzo La mostra allestita dalla sociologa Maria Rosaria Chirico sui cittadini bulgari di cultura “romanì”
PIZZO – Dopo la partecipazione allo “Sciabaca Festival – viaggi e culture mediterranee” al Castello di Pizzo e al “Tropea Festival Leggere&Scrivere” di Vibo Valentia, terza tappa per la mostra itinerante “Una migrazione silenziosa”, sui cittadini bulgari di cultura “romanì” allestita dalla sociologa Maria Rosaria Chirico, il 22 ottobre scorso, in occasione della cerimonia il “Battesimo del mare”, celebrato all’Istituto onnicomprensivo Nautico, a Pizzo, per inaugurare ufficialmente l’anno accademico. La mostra è stata promossa dalle Consulte Provinciali Studentesche USR Calabria a cui vanno i ringraziamenti della ricercatrice unitamente al preside, prof. Francesco Vinci che ha ospitato la mostra e al coordinatore della cerimonia, il prof. Vito Boragina. Una tradizione molto bella, aperta alle famiglie degli alunni e al territorio, che si ripete da anni; emozionante e suggestiva, ricca di contenuti e di significati, legati al mare; di laboratori ed ospiti di rilievo. La scuola è bellissima, spaziosa, piena di luce, di sole, ad un passo dalla spiaggia con alunni ed insegnanti straordinari. Quando si entra dentro, dalle grandi vetrate, è possibile ammirare le immense macchie di vegetazione, sentire e vedere i gabbiani, il rumore e l’odore del mare, respirare a pieni polmoni un gran senso di libertà. Una scuola sensibile che ha concesso uno spazio importante alla mostra “Una migrazione silenziosa”, con l’obiettivo di promuovere i valori della pace, della fratellanza, il protagonismo degli alunni di nazionalità bulgara che la frequentano e delle loro famiglie che a Pizzo costituiscono circa il 10% della popolazione complessiva. La mostra è stata visitata da un pubblico vasto ed eterogeno, che ha interagito con curiosità, attenzione, manifestando, ancora una volta, emozioni, calore, solidarietà. Fra le foto esposte (undici gigantografie a colori e una bianconero) grande successo ha riscosso “La coraggiosa”, il cui soggetto è una “romnià” (donna rom) bulgara, una bracciante agricola, residente in un ghetto, in provincia di Reggio Calabria, la quale ha avuto il coraggio di denunciare, in un contesto in cui anche le forze dell’Ordine e i Sindacati hanno difficoltà a intervenire, il suo caporale perché questi non le aveva corrisposto sei mensilità del suo lavoro. Come al solito, nell’ allestimento di Maria Rosaria Chirico non sono mancati i fiori, la frutta, i ramoscelli di agrumi, gli estratti del volume che accompagnano il percorso fotografico e alcuni elementi che ricordano la loro cultura ed i loro mestieri, come gli utensili di rame e le ruote su cui vengono poggiate alcune foto, a ricordare e a sottolineare un nomadismo abbandonato da tempo. All’Istituto Nautico sono iscritti 35 alunni stranieri, di questi 5 sono bulgari di cultura “romanì”. Ragazzi che, pur sperimentando grandi disagi e difficoltà, sono sereni e condividono con i loro compagni e insegnanti relazioni e percorsi formativi importanti ed esperienze di grande normalità. Anche se alcuni di questi alunni erano conosciuti dalla ricercatrice sin dai tempi della ricerca, per fare una sorpresa, non sono stati informati della mostra. Così, quando sono arrivati, dopo pochi momenti di meraviglia e di incredulità, sono stati loro a riconoscere nei pannelli esposti e nel volume “Una migrazione silenziosa. Rom bulgari in Italia” genitori, amici, parenti, familiari. Soltanto in quel momento si sono resi conto che, in quel giorno così speciale e importante per la scuola e per la comunità, i protagonisti di quella “migrazione silenziosa” erano loro, la loro storia, la loro cultura, la loro vita. Quelli che sono seguiti sono stati momenti di grande emozione: un’esplosione di gioia, di risate, di tantissime foto che i ragazzi hanno voluto scattare ad alcuni parti del volume per farli vedere a familiari ed amici. “La mia speranza – ha affermato Maria Rosaria Chirico – è che questi ragazzi possano completare con successo i loro studi e realizzare i loro sogni! Già me li immagino, bellissimi, nelle loro divise bianche a girare il mondo, per poi ritornare così come fanno tanti altri nostri concittadini”.