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TAURIANOVA (RC), SABATO 23 NOVEMBRE 2024

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Una società di servi

Una società di servi

| Il 08, Lug 2014

Le riflessioni liberticide dell’avvocato Cardona su Individuo, Stato e Chiesa

Una società di servi

Le riflessioni liberticide dell’avvocato Cardona su Individuo, Stato e Chiesa

 

 

Col termine “Individuo” si tende a significare etimologicamente ciò che non si può dividere, il quale sostantivo traslato nella terminologia giuridico-politica tende ad essere sostituito dal termine di “Persona”.
La “Persona” infatti, è un termine ambiguo fin dall’etimo, se si pensa che esso si riferisce alla “maschera” che adoperavano anticamente gli attori affinché la loro voce meglio si potesse diffondere nella cavea: in tal modo l’uomo della “Persona” diventa inevitabilmente colui che recita o un interprete senza libera determinazione o iniziativa.
Purtroppo, specie in una nazione di vetuste tradizioni cattoliche come la nostra, si tende ad attribuire una valenza sempre decrescente alla potenza dell’individuo, e conseguentemente alla capacità che l’umana coscienza è in grado di determinare ogniqualvolta si tratti di modificare una situazione.
Il contrasto venne sanato da coloro i quali, motivatamente asserirono che nulla di serio e di grande si può fare al mondo senza l’apporto della passione, sia quale espressione di un individuo che di una persona.
Ma d’altro canto in una società così complessa come quella attuale, sarebbe assurdo (absurdus) non tenere conto delle “strutture complesse”, nell’ambito delle quali opera l’individuo magari anche dibattendosi in cerca della propria autonomia e libertà.
“Struttura” è lo Stato, la Chiesa, un pubblico ufficio, un partito, un sindacato, un maresciallo dei carabinieri anche di un remoto paese aspromontano che chiede il rispetto della legge scontrandosi con altre forze etereogeneamente interagenti con la forza plasmante delle Leggi non corroborate da viatici politici-statuali o giudiziari.
La società aperta come profetizzata dal Popper e che noi abbiamo preferito definire e denominare Stato Liberale, tende oggi pervicacemente verso un assistenzialismo totalizzante, che deresponsabilizza l’uomo dalla culla alla bara, che attenua la competizione pretendendo di annullare il rischio, instaurando l’irenismo non solo politico ma mentale come corollario dell’egualitarismo, non considerando che il pensiero e l’individuo che lo esprime per sua stessa natura è “differenza”, come l’amore e più generalmente la vita.
Nella attuale società, per foggiare l’uomo non integrato ossia libero, lo Stato, la Chiesa e le associazioni di liberi pensatori hanno tuttora a loro disposizione molti mezzi d’iniziativa e di potere per la formazione delle coscienze a condizione di scardinare il tradizionale ostracismo spesso ai limiti della pruderie.
Occorre persuadersi che la modificazione dei rapporti sociali, religiosi e politici si può ottenere soltanto con la partecipazione di individui senza macchia verso finalità non sottoposte a retaggi di processioni religiose ancestralmente foriere di polemiche inutili e fuorvianti.
Dove tutto è democrazia niente è democratico e l’individuo, da necessario presidio e fine della libertà, diventa presto o tardi strumento delle più spaventose tirannidi.