Uno sguardo alla politica…
redazione | Il 22, Apr 2012
Le riflessioni politiche di Saverio Zavettieri
Uno sguardo alla politica…
Le riflessioni politiche di Saverio Zavettieri
Mentre l’Italia continua a scivolare verso un declino inarrestabile che la ricetta del governo Monti non riesce ad arrestare essendosi cacciato nel pantano della ‘politica politicante’ – che vede gli attori non protagonisti rimasti sulla scena esercitarsi non già per fronteggiare la crisi generale del paese, ma indaffarati nei soliti giochi di prestigio che non incantano più nessuno e servono solo a conservare se stessi con l’intero bottino – l’UDC si scioglie ancora una volta per poter imbarcare reduci della prima e della seconda Repubblica, da sempre sulla scena politica in posti chiave con risultati non certo brillanti, restando uguale a se stessa ma un po’ più forte per poter così meglio supportare le ambizioni esorbitanti del suo leader indiscusso Casini.
Quanto questa sia stata una scelta indovinata o azzardata saranno gli effetti che essa è destinata a produrre sui precari equilibri di governo e sull’iter delle riforme e della stessa legge elettorale a dircelo nei prossimi giorni stante le certe reazioni di segno opposto dei maggiori partner della maggioranza.
Il Pdl, infatti, per bocca di Alfano preannuncia per dopo le amministrative un “sorpresone”. Una sorta di proposta rivoluzionaria capace di cambiare il corso degli eventi politici e forse della storia del paese e potrebbe mandare in soffitta qualunque sforzo e lavoro comune fin qui svolto sul cammino delle pseudo riforme.
In sostanza, fino ad ora, si è scherzato ma d’ora in poi o con un nuovo messia o con un Berlusconi-bis o con l’Assemblea costituente aggiungiamo noi, si deve fare sul serio.
Il PD resta un partito di gerarchi legato ai vecchi riti, gravato com’è dal pesante patrimonio politico e culturale e di personale ereditato dal PCI e dalla DC. Un marchio, questo, che non è riuscito a scrollarsi di dosso in tutti questi anni da Veltroni in poi, restando succube delle elaborazioni e delle regioni del compromesso storico senza mettere in atto alcuna revisione critica, ideale e progettuale degna di questo nodo e, soprattutto, senza alcun approdo sulla sponda di un socialismo democratico di stampo europeo.
La Lega, investita da un imprevisto, per loro, ciclone giudiziario proprio sul terreno più sensibile della natura morale e del costume politico di cui si è pasciuta fin dalla nascita con lo slogan di “Roma ladrona”, si presenta in pubblico millantando una unità di facciata se pur con la scopa in mano – ovviamente finalizzata ad un uso interno – senza però sanare la frattura politica ed il tradimento consumato a danno dei propri elettori e solo per tenere di poter tenere in piedi la ‘ditta’ con un semplice giro di poltrone tra Bossi e Maroni.
Vendola e Di Pietro si muovono senza meta come personaggi in cerca d’autore. Risultano ormai obsoleti ed usurati e sono messi in crisi dall’avanzata dirompente del “Movimento 5 stelle” che ne mette in discussione il ruolo e boccia il loro tentativo patetico di puntellare, in concorso con il PD, un sistema politico ormai al collasso che ha privato i cittadini di ogni diritto elementare e di scelta trasferendo questi ai partiti divenuti collettori di ogni potere possibile.
E Pannella dove si è cacciato e perché’ sta zitto dinanzi allo sfascio che abbiamo davanti mentre il Presidente della Repubblica si ostina ad affidare il grande compito di riforma della costituzione e delle istituzioni a soggetti palesemente inabili ed incapaci di riformare se stessi nelle regole minime di democrazia e trasparenza e rinunciare ad una quota di rimborso elettorale esorbitante ed utile per operazioni di dubbia moralità?
L’unica risposta ormai ineludibile se si vuole rilegittimare la politica, rendere protagonisti i cittadini e riunificare il paese restituendo loro il diritto di voto, di parola e di partecipazione, rimane l’elezione di una Assemblea costituente di 100 parlamentari con metodo proporzionale con il compito di riscrivere la Costituzione e rinnovare il patto cittadini-stato nell’arco di 12 massimo 24 mesi, come chiesto con forza dalla petizione popolare promossa dai ‘Riformisti Italiani’ di Stefania Craxi.
Redazione@approdonews.it