Usura bancaria, capigruppo M5S: “Sarà guerra se il governo non risolverà il caso De Masi” "Le istituzioni non scherzino sulla pelle di De Masi e dei suoi dipendenti. Servono risposte non più rinviabili ai danni bancari causati all’impresa, ben peggiori dell’assillo della ‘ndrangheta"
«Il Movimento Cinque Stelle segue con attenzione costante la vicenda dell’attività d’impresa di Antonino De Masi, sul punto di chiudere a causa di un sistema che sta ignorando la condanna definitiva di tre banche commerciali per usura, cui conseguono loro obblighi risarcitori, finora disattesi». Lo dichiarano in una nota congiunta i parlamentari M5S Andrea Cecconi, capogruppo alla Camera, Alberto Airola, capogruppo al Senato, e Dalila Nesci, che sul tema dei crimini bancari ha già proposto di istituire una commissione bicamerale d’inchiesta.
Il riferimento dei Cinque Stelle è alla concreta possibilità che chiuda per sempre il gruppo industriale di De Masi, che con un centinaio di dipendenti produce macchine agricole nell’area del porto di Gioia Tauro e resiste quotidianamente alle pressioni della ‘ndrangheta, che nell’aprile del 2013 scaricò contro un capannone 44 proiettili di Kalashnikov. Da allora De Masi è sotto scorta. Nonostante la condanna in Cassazione di Bnl, Antonveneta e Banca di Roma, dal 2011 l’azienda di De Masi non ha ancora ricevuto risarcimenti, per i quali è aperto un tavolo al ministero dello Sviluppo Economico, al momento non risolutivo.
I vertici parlamentari del Movimento Cinque Stelle concludono, insieme a Nesci: «Le istituzioni non scherzino sulla pelle di De Masi e dei suoi dipendenti. Servono risposte non più rinviabili ai danni bancari causati all’impresa, ben peggiori dell’assillo della ‘ndrangheta. Il Movimento è pronto, in caso contrario, a dare battaglia».