La guardia di finanza mette le manette a 10 persone
di Antonietta Bruno
ALL’INTERNO DELLA NEWS LE FOTO DELLE PERSONE ARRESTATE
Usura, maxiretata a Lamezia Terme
La guardia di finanza mette le manette a 10 persone
LAMEZIA TERME – Una vasta operazione antiusura è stata portata a termine alle prime ore dell’alba di oggi dagli uomini del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro. Dieci le persone finite in manette e a vario titolo coinvolte in quella che è stata definita “Operazione Lex Genucia” e che dal marzo del 2010 ha impegnato le fiamme gialle in un meticoloso lavoro di indagine conclusosi con l’arresto di dieci persone. A finire in manette sono stati Bruno Gagliardi (classe ’74) e Francesco Pullia (classe ’49) tutti e due accusati del reato di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria); Francesco Greco (classe ’38) e Bruno Cimino (classe ’63), quest’ultimo impiegato all’Asp di Catanzaro, entrambi accusati di usura e tentata estorsione; Vincenzino Lo Scavo (classe ’57) già in carcere per il processo “Raimbow” ancora in corso nella città della Piana e ora accusato di usura; e Adriano Sesto (classe ’74), già agli arresti domiciliari per l’operazione “Business Car di Vibo Valentia e in questo caso accusato del reato di usura e tentata estorsione. Ai primi sei sottoposti alla custodia cautelare nei diversi carceri della regione, si aggiungono altri quattro indagati per usura e per i quali è stata invece predisposta la misura degli arresti domiciliari. Si tratta nello specifico di Giuseppe De Fazio (classe ’69) già ai domiciliari per furto d’auto, e della sua convivente Teresa Ferrise (classe ’58) intestataria del conto corrente bancario per la vendita dei cosiddetti “foglietti”; Ferdinando Greco (classe ’75) e Fabio Zubba (classe ’77). Ma quale il motivo dell’arresto?. Secondo quanto affermato nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Vitello; il generale e comandante provinciale della Guardia di finanza Salvatore Tatta e dal Comandante Maurizio Pellegrino, tutto ha avuto inizio nel marzo del 2010 quando strano agli inquirenti è sembrato il comportamento di un noto commerciante d’auto lametino che ha chiuso la propria attività per “scappare” dalla città. Da qui i primi accertamenti e l’amara scoperta, nonostante la reticenza della vittima, che a cadere nel vortice dell’usura, non era stato soltanto l’imprenditore, ma numerosi altri commercianti della zona. Del tutto assente la collaborazione delle vittime, ma troppi gli assegni “acquistati” per far fronte a debiti di natura usuraia. La tecnica sempre la stessa. Quella della “vendita” o del “cambio” di assegni ovvero, consegnando o facendosi dare titoli d’importo tra i 3.000 e i 6.500 euro posta datati a 30 giorni, pretendendo in cambio, oltre la somma per la copertura del titolo alla scadenza, da 300 a 500 euro d’interessi, per un tasso annuo dal 100 al 200%. Per arrivare a ciò, nella maggior parte dei casi si arrivava alla minaccia. L’attività investigativa, durata circa un anno e mezzo e supportata da intercettazioni ambientali e telefoniche oltre che da mirati accertamenti bancari, ha consentito gli uomini delle fiamme gialle di pervenire, nel corso delle perquisizioni presso vittime e usurai, al sequestro di titoli di credito per circa 200mila euro e di documentazione utile alle indagini.
Antonietta Bruno