Vacantiandu, Francesco Paolantoni porta in scena “Che fine ha fatto il mio io” Il ciclo di appuntamenti teatrali "Vacantiandu" sabato prossimo propone un appuntamento fuori programma al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme
Sarà il mattatore e poliedrico Francesco Paolantoni a salire sul palco del Teatro Grandinetti di Lamezia Terme sabato 28 marzo alle ore 20.45 con la commedia “Che fine ha fatto il mio io?”. Un fuori programma della rassegna teatrale “Vacantiandu – Città di Lamezia Terme”, promossa e organizzata dall’associazione “I Vacantusi” e diretta da Nicola Morelli e Walter Vasta, che vedrà in scena il noto artista con una commedia scritta dallo stesso Paolantoni e da Paola Cannatello.
Francesco Paolantoni, l’interprete di questa piecè teatrale, si trova a vivere una crisi esistenziale provocata dalla mezza età e dai difficili tempi in cui viviamo. Il protagonista sarà sottoposto a diverse terapie – in cui sarà coinvolto anche l’ignaro pubblico – quali idroterapia, musicoterapia, sesso-terapia, cromoterapia, favola-terapia, con lo scopo di ritrovare il proprio IO. Un esilarante pubblico-terapia, che farà bene anche agli spettatori in quanto, come dice Paolantoni “ma perché devo andare a parlare con una persona che devo pagare quando posso parlare con tante persone che pagano me?”. E’ uno spettacolo che si trasforma di sera in sera a seconda della reazione del protagonista alle terapie e alle eventuali reazioni del pubblico che ne sarà piacevolmente coinvolto.
Un misto di fisicità e surreale fantasia costituiscono da sempre l’alchimia della originale comicità di Francesco Paolantoni. In questo spettacolo il comico ed autore napoletano torna, come già fece in passato con Killer (ripreso al teatro Ambra Jovinelli di Roma e trasmesso su RaiDue Palcoscenico il 24 maggio 2003), a giocare con la nevrosi. Ma questa volta il pretesto narrativo non è la malattia ma il percorso terapeutico che, tra macchie di Rochak assolutamente vere e test e cure assolutamente improbabili, costituisce la partitura di un assolo che percorre tutti i linguaggi della comicità. Dopo aver affrontato situazioni assurde come la “musicoterapia”, la “terapia della poesia”, ed altre di altrettanto impegno e serietà, lo spettacolo termina con uno scherzo surreale.