Vacatio ai vertici dell’Usr, la preoccupazione di Bruno Il presidente di Upi Calabria scrive al Ministero dell’Istruzione
CATANZARO – Dal prossimo 1 marzo l’Ufficio scolastico regionale della Calabria rischia di rimanere sprovvisto di una “direzione formalmente definita”. A sottoporre la situazione al Ministero dell’Istruzione è Enzo Bruno, in qualità di presidente dell’Unione delle Province calabresi, e di presidente della Provincia di Catanzaro, che ha scritto una lettera al Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, al Capo di Gabinetto del MIUR Sabrina Bono, al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Rosa De Pasquale e Capo Dipartimento Programmazione Risorse Umane – Beni Strumentali, Carmela Palumbo.
“Lo scorso 1 febbraio, infatti, il direttore dell’USR Calabria, Diego Bouchè, è andato in pensione; la direzione dell’Ufficio è stata affidata al suo vicario, Giuseppe Mirarchi, che però sarà posto in quiescenza il prossimo 1 marzo – spiega il presidente Bruno -. Questo significa che da quella data l’Ufficio preposto al rispetto delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni, sull’attuazione degli ordinamenti scolastici, sui livelli di efficacia dell’azione formativa, sarà sprovvisto di una direzione titolata a organizzare e gestire il settore, firmare gli atti”.
“Siamo seriamente preoccupati che questa situazione vada ad incidere negativamente sulla buona gestione del sistema scolastico – scrive ancora Bruno – e l’organizzazione di un Ufficio che in questi anni – rafforzato da una costante sinergia istituzionale – ci ha permesso di pianificare la nuova rete scolastica nel rispetto delle esigenze degli studenti e delle loro famiglie, e che il virtuoso percorso innescato si interrompa bruscamente”.
“Quello che chiediamo, quindi, è un intervento immediato nella definizione del livello direzionale – conclude il presidente Bruno – che dia continuità alla gestione dell’USR Calabria al fine di garantire il buon funzionamento del “mondo scuola” nella nostra regione, dove le istanze culturali e formative hanno una valenza sociale ancora più elevata che nel resto del Paese”.