«Valorizzare le risorse idriche per salvaguardare la vita» Francesco Fragale, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria, è intervenuto a Laino Borgo a margine di un seminario
“L’acqua è bene prezioso. L’acqua è vita. Per salvaguardare questa ricchezza servono lungimiranza, sensibilità e una sana gestione”. Lo ha dichiarato il Presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria, Francesco Fragale, nel corso del seminario sul tema della valorizzazione delle risorse idriche, svoltosi nel suggestivo contesto di Laino Borgo lo scorso 12 giugno. Al momento di confronto e riflessione, al quale hanno partecipato autorevoli esperti del settore sia del mondo scientifico che professionale, è stata accostata un’escursione lungo il fiume Lao ed é anche stato visitato lo stabilimento delle acque minerali della San Benedetto, presso Viggianello. Dopo aver ringraziato i geologi Terenzio Calvosa e Faustino Cetraro, presidente e vice-presidente dell’Associazione “Arche Geo Pollino” di Laino Borgo, ideatori dell’iniziativa, Fragale ha sottolineato come “da un recente rapporto Censis, in Italia il tasso di perdita degli acquedotti italiani è di circa il 40%, contro il 10% circa della Germania ed il 15% della Gran Bretagna. Le perdite della rete idrica nazionale – ha proseguito – costano allo Stato circa 200 milioni di euro all’anno. Le perdite più elevate, purtroppo (oltre il 50%), sono in Abruzzo, Campania, Puglia e Calabria, con Cosenza e Vibo Valentia nella posizione di vertice di questa negativa classifica. Questo è scandaloso – ha puntualizzato il Presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria – se pensiamo che nel Mondo, oltre 750 milioni di persone vivono senza accesso all’acqua potabile. E’ necessario avviare serie politiche per non peggiorare ulteriormente la già triste situazione”.
Per Francesco Fragale, in vista delle future sfide per la salvaguardia e la valorizzazione dell’acqua, “il ruolo del geologo rimane fondamentale, perché rappresenta il professionista competente per la ricerca delle risorse idriche e per il loro sfruttamento. L’ Ordine ritiene che in Calabria sia urgente l’aggiornamento del Piano di tutela delle acque. Bisogna avviare una seria programmazione – ha concluso – per lo studio e il monitoraggio delle acque sotterranee, finalizzato anche all’individuazione delle aree di salvaguardia e, non di meno, è necessario l’aggiornamento del catasto delle opere di captazione presenti sul territorio regionale”.