Vaticano, si dimette Marchetto difensore di rom e migranti
redazione | Il 01, Set 2010
L’Arcivescovo lascia il prestigioso incarico
Vaticano, si dimette Marchetto difensore di rom e migranti
L’Arcivescovo lascia il prestigioso incarico
L’arcivescovo Agostino Marchetto, le cui posizioni sono state spesso al centro di polemiche sulle scelte dei governi verso immigrati e rom, non è più il segretario del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e gli itineranti. In vista del compimento dei 70 anni di età, mons. Marchetto aveva presentato spontaneamente le sue dimissioni, con l’intenzione di dedicarsi ai suoi prediletti studi storici sul Concilio Vaticano II. E proprio alla scadenza dei 70 anni, il 28 agosto scorso, Benedetto XVI le ha accolte.
La notizia, anticipata oggi da un quotidiano, è stata confermata dalla sala stampa della Santa Sede. Si tratta in qualche modo di un «congedo» anticipato, poichè Marchetto, in qualità di ex nunzio, ha usufruito della possibilità concessa ai diplomatici vaticani di andare in pensione a 70 anni, anzichè a 75. E anche se la sua scelta viene presentata come personale e spontanea, motivata dalla volontà di approfondire gli studi sul Concilio (su cui mons. Marchetto ha anche pubblicato un corposo volume edito dalla Lev), la rapidità con cui le dimissioni sono state accettate son il sintomo evidente di quanto le prese di posizione dell’arcivescovo difensore di nomadi e immigrati, le sue critiche al governo italiano sulla politica dei respingimenti in mare e sulle ronde di città oppure a quello francese sulle espulsioni delle comunità rom, fossero diventate scomode all’interno delle mura vaticane.
Oggi stesso, tra l’altro, mons. Marchetto avrebbe dovuto pronunciare un discorso a Bogotà, in Colombia, al secondo Forum internazionale su «Migrazione e pace», al quale però non è più intervenuto. Anche se la nomina di un successore non è ancora stata decisa, quindi, l’arcivescovo non svolge già più le sue funzioni nel «ministero» vaticano dell’immigrazione, presieduto dal febbraio 2009 da mons. Antonio Maria Vegliò.
Nato nel 1940, di origini vicentine, Marchetto ha alle spalle 30 anni di carriera diplomatica, con incarichi in nunziature in Zambia e Malawi, nei primi anni ’70 a Cuba, poi in Algeria, Marocco, Tunisia, Libia, Mozambico. È stato pro-nunzio in Madagascar e Isole Mauritius, quindi dal 1990 nunzio in Tanzania e poi in Bielorussia. Rientrato a Roma, è stato per tre anni osservatore permanente della Santa Sede al Comitato Fao per la sicurezza mondiale alimentare, fino a quando, il 6 novembre 2001 Giovanni Paolo II lo ha nominato segretario del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti. Numerose le occasioni in cui Marchetto aveva fatto sentire la sua voce sulle politiche dell’immigrazione condotte dai governi europei.
Proprio negli ultimi tempi hanno fatto molto discutere le sue critiche al governo francese con cui definiva «illegittime», in base alle norme europee e al diritto di ingresso e insediamento, le espulsioni di intere comunità rom. In quella che può definirsi la sua ultima intervista da segretario del dicastero, concessa a famigliacristiana.it il 27 agosto scorso aveva ribadito che «la Chiesa difende l’uomo e in particolare coloro che soffrono» e «se parla non è di destra o di sinistra: difende solo i diritti umani». A proposito dei rom aveva poi sottolineato nuovamente che «non si può colpevolizzare un’intera popolazione perchè alcuni delinquono». Inoltre, evocando una sorta di «rimozione» è dell’olocausto da loro subito nell’epoca nazista, aveva aggiunto: «abbiamo dimenticato 600 mila zingari uccisi nei lager di Hitler. Li ha dimenticati il mondo intero e in particolare l’Europa».