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Vendetta per raid a Brega. Minacce a Italia e Nato

Vendetta per raid a Brega. Minacce a Italia e Nato

| Il 14, Mag 2011

Imam: ‘Mille persone moriranno per ognuno degli 11 uccisi’. Nel mirino anche Francia e Qatar

Vendetta per raid a Brega. Minacce a Italia e Nato

Imam: ‘Mille persone moriranno per ognuno degli 11 uccisi’. Nel mirino anche Francia e Qatar

 

(ANSA) TRIPOLI – ‘Mille persone moriranno per ciascuno degli 11 imam uccisi’ ieri nel raid Nato a Brega. E’ la minaccia lanciata nei confronti di ‘Italia, Francia, Danimarca, Qatar, Emirati Arabi’ (Paesi della coalizione dell’Alleanza Atlantica) da alcuni imam presenti ad una conferenza stampa del portavoce del Governo di Tripoli, il quale ha denunciato che fra le 16 vittime del raid di ieri a Brega, Libia orientale, 11 erano imam. I dignitari religiosi si sono rivolti ai musulmani di tutto il mondo per incitare alla vendetta. La Nato non ha confermato la morte delle 16 persone, ma ha espresso il suo rammarico per le eventuali vittime, aggiungendo che non c’e’ conferma che gli imam siano stati uccisi da suoi raid. Il ministro dell’interno Maroni: stop bombe unica soluzione, senza guerra non esistono neppure i profughi.

NATO, NESSUNA CONFERMA IMAM UCCISI DA NOI – ”Non c’e’ nessuna conferma che siano stati uccisi dalla Nato”: cosi’ la portavoce dell’Alleanza Atlantica, Carmen Romero, replica alle minacce rivolte da alcuni imam a Italia, Francia, Danimarca, Qatar ed Emirati Arabi che accusano la Nato di aver ucciso almeno 16 civili – tra cui 11 imam – nel corso dei raid aerei di ieri sulla citta’ libica di Brega. ”Non commentiamo le minacce. Quello che dovevamo dire, lo abbiamo gia’ detto in un comunicato ieri”, ha affermato Romero, ribadendo come l’Alleanza e’ al corrente delle accuse ma non e’ in grado di confermare se cio’ corrisponda alla realta’. La Nato esprime comunque il suo rammarico per eventuali perdite di vite umane tra i civili.

GHEDDAFI: BOMBE NATO NON POSSONO RAGGIUNGERMI – Il giorno dopo i bombardamenti della Nato contro il suo compound a Tripoli, il colonnello libico Muammar Gheddafi torna a parlare in un breve quanto enigmatico messaggio audio trasmesso dalla tv di stato. “Mi trovo in un posto in cui non potete raggiungermi”, ha detto il rais nel suo primo intervanto dal 30 aprile scorso. In quel caso, pero’, il leader libico era apparso in tv. “Vi voglio dire che i vostri bombardamenti non mi colpiranno perche’ milioni di libici mi portano nei loro cuori”, ha aggiunto Gheddafi rivolgendo un ringraziamento ai leader e capi di stato che si sono informati sulla sua salute dopo l’attacco Nato di ieri. “Ringrazio tutti i leader che hanno chiesto mie notizie dopo il raid vigliacco dei crociati”, ha detto il colonnello libico nel breve messaggio di circa un minuto trasmesso questa sera. Secondo un “bilancio ufficiale” del governo libico, nei bombardamenti di ieri contro il compound di Gheddafi a Tripoli sono morte tre persone, di cui due giornaliste, e sono rimaste ferite 27.

FRATTINI: CREDIBILE RAIS FERITO MA TRIPOLI NEGA – Si infittisce il ‘giallo’ sulla sorte del Rais. A poche ore dal nuovo messaggio audio di Gheddafi trasmesso stasera, si sono intensificate le voci sull’ipotesi che il Colonnello, ferito, fosse fuggito dalla sua citta’ roccaforte verso un altra localita’ del paese. Un’ipotesi che il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva detto di ritenere ”credibile”, citando quanto affermato da Monsignor Martinelli, il vescovo di Tripoli che aveva avanzato tale possibilita’. Ma mentre lo stesso prelato – dai microfoni di Radio vaticana – ha spiegato di essere stato frainteso e di non aver mai detto che Gheddafi fosse ferito e gli Usa hanno detto di non aver elementi su tale ipotesi, una smentita e’ arrivata anche dal Regime: il Rais sta bene, e’ a Tripoli, ”non e’ assolutamente ferito”, ha il ”morale alto e continua a guidare il paese giorno per giorno”, fa sapere dai microfoni della Tv al Arabiya il portavoce del governo libico, Mussa Ibrahim. Come dimostrerebbero le parole dello stesso Colonnello, arrivate stasera, in un messaggio via radio nel quale dice di essere in un posto ”dove le bombe della Nato non possono raggiungerlo”. Ma senza farsi vedere.

CASA BIANCA: JABRIL INTERLOCUTORE CREDIBILE – Per la Casa Bianca, il Consiglio di Transizione Libico (Ctn) e’ ”un interlocutore legittimo e credibile del popolo libico”: lo ha detto il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Tom Donilon, dopo aver ricevuto per la prima volta alla Casa Bianca Mahmoud Jabril, uno dei dirigenti del principale movimento di opposizione libico, con il quale Washington intende continuare a lavorare, in attesa che Muammar Gheddafi lasci o venga cacciato. A Donilon, Jabril ha chiesto una intensificazione delle azioni della Nato in Libia, il riconoscimento dei principali movimenti di opposizione libici, l’accesso ai beni congelati del regime, piu’ aiuti umanitari, come lo stesso primo ministro ad interim del Cnt aveva anticipato in un editoriale sul New York Times. Poche ore prima, in un incontro con il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, il presidente degli Stati Uniti aveva confermato la linea dura nei confronti del leader libico Muammar Gheddafi, decidendo di non fissare nessuna scadenza per le operazioni della Nato, attualmente in corso. Secondo la Casa Bianca infatti, Obama e Rasmussen ”si sono trovati d’accordo sul fatto che le operazioni hanno salvato numerose vite e che fino a quando il regime di Gheddafi continua ad attaccare il suo popolo, la Nato manterra’ le sue operazioni per salvare i civili”.

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