Vergogna! “La legge è per la collettività; la giustizia per gli uomini. Raccontarne qualche episodio è come scendere in piazza, entrare nelle case, illuminare gli anfratti”, così asseriva Alfredo De Marsico e il giurista blogger Giovanni Cardona ci narra una storia verosimilmente grottesca
Napoli, città dei brevetti: persino contro la noia di vivere. Brevetti come miracoli senza Madonne: semplici, alla buona.
Quando incontrai un amico che si era trasferito con la famiglia a Napoli, egli stesso mi riferì il miracolo: suo suocero, vedovo, alto magistrato in pensione, non avendo altri affetti, aveva seguito l’unica figlia in una confortevole casa al Vomero.
Non aveva amici, “il presidente”, si sentiva solo e isolato e definiva la vita una lunga noia che per fortuna finisce.
Erano preoccupati, la figlia e il genero, quando un giorno notarono che l’anziano ospite era raggiante.
Pensarono a nuove amicizie o a un incontro galante, ma la verità era più originale e perciò imprevedibile.
Affacciandosi ogni giorno dalla mansarda e usando il binocolo, il “presidente” notava un avvicendarsi di cortei di scioperi e proteste: dai senza casa, ai senza lavoro, ai senza assistenza.
Così inventò la scelta di vita: si procurò un pannello di cartone che inchiodò ad un manico di scopa, con la scritta inequivoca: “Vergogna”, che andava bene per tutti i cortei.
Scendeva, si univa ai manifestanti e, stanco, tornava a casa felice.
Alla figlia che preoccupata lo attendeva, affermava raggiante “Oggi sono stato con i portuali, ieri con i gay, domani è prevista la mobilitazione dei giovani precari in mattinata e dei tifosi delusi nel pomeriggio”.
Ormai il brevetto protestatario aveva salvato la qualità delle sue giornate: basta a volte dare un senso al tempo per evitare che il cuore si addormenti.