Vertenza Full Service, apertura dalle Istituzioni Si punta ad una nuova occupazione delle guardie giurate
C’è una cauta apertura istituzionale nella vertenza Full Service, dalla quale il sindacato e i 15 lavoratori licenziati sperano possa partire un percorso che si concluda con una nuova occupazione delle stesse guardie giurate addette alla sicurezza al Cedir, negli uffici di piazza Castello, all’aula bunker, al tribunale minorile ed in altri siti di giustizia. E che a loro non si uniscano altre tre unità a rischio. La segretaria provinciale della Uiltucs Sabrina De Stefano e una delegazione di lavoratori è stata prima ricevuta al Palazzo di Governo dal viceprefetto Lupo, poi al vicino Palazzo San Giorgio dal vicesindaco Anghelone insieme ai consiglieri comunali Mauro e Caracciolo. Ed hanno incassato la disponibilità del presidente del Consiglio regionale Nicola Irto ad incontrarli a nome dell’intera assemblea di Palazzo Campanella. La Lupo ha invitato la De Stefano a produrre un documento sulla vicenda Full Service, sul quale ragionare per la creazione di una lista di mobilità composta dai 15, dalla quale attingere qualora la stessa azienda o altre attive nel campo della sicurezza ottengano nuove commesse o abbiano necessità di personale. «Le istituzioni si sono dimostrate disponibili. Siamo moderatamente soddisfatti. È un fatto positivo, ma non basta. Noi, oltre a metterci subito al lavoro per la redazione del documento chiestoci dalla Prefettura, chiediamo alle stesse che inizino un percorso che si concluda con una positiva risoluzione della vertenza, cioè che i 15, già formati, esperti e professionali e che godono della fiducia degli operatori della giustizia per la loro quotidiana attività di vigilanza, ritornino a lavorare – è il commento della De Stefano a margine dei due incontri che ha avuto in piazza Italia – non è solo un discorso di dignità e sopravvivenza per i lavoratori e per le loro famiglie, ma anche di legalità e sicurezza in un territorio martoriato come il nostro. Non chiediamo una riassunzione purtroppo ormai impossibile, ma che, qualora servano nuove unità, si scelgano queste persone, da inserire in un’apposita lista di mobilità. Noi, sin dall’inizio a fianco dei 15 lavoratori, non molliamo e terremo alta la guardia».