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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 NOVEMBRE 2024

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Vertenza porto Gioia, in ballo il futuro di 400 lavoratori Pomeriggio l’incontro tra il ministro Graziano Delrio e i sindacati sulla difficile vertenza - GUARDA IL SERVIZIO

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ROMA – Prenderà il via questo pomeriggio, al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’incontro tra il ministro Graziano Delrio e i sindacati sulla difficile vertenza dei 400 esuberi al porto di Gioia Tauro. Al vertice prenderanno parte il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari e il governatore della Calabria Mario Oliverio. E su questo difficile contesto interviene il senatore dei Cinque Stelle Nicola Morra con una durissima nota. «I 400 licenziamenti che potrebbero interessare gli operai del Porto di Gioia Tauro – scrive il parlamentare grillino – e l’incredibile silenzio della vicenda della coppia Gentiloni-Renzi potrebbe far pensare a un favore alla triade della Piana, le ben note cosche Mole-Piromalli-Pesce che dall’indebolimento economico della Calabria potrebbero ricavare ampi vantaggi».

Dichiarazioni scaturite da un incontro con una delegazione di operai del sindacato autonomo Sul presso il porto Calabrese, oggetto di una difficile vertenza e di uno sciopero che si sta protraendo da 5 giorni. «Non solo c’è una palese incapacità politica del governo di affrontare la vicenda simbolizzata dalla mancata nomina dell’autorità portuale. Una mancata nomina che, di fatto, indebolisce ulteriormente il porto di Gioia Tauro, concentrando tutta l’influenza sull’operatore monopolista Mct». Il senatore Morra sostiene che esiste «una gravissima carenza informativa visto che il Tg1 di Mario Orfeo ha parlato solo della vicenda per criminalizzare gli operai sostenendo che il blocco della Salerno-Reggio Calabria da parte dei lavoratori venerdì scorso sarebbe durato tre ore! Povero Partito – striglia il parlamentare – Da che ‘ordina’ al ‘proprio’ Tg di trattare i lavoratori calabresi alla stregua degli ’ndranghentisti invece di aiutarli a uscire da una crisi senza precedenti». Nel frattempo i lavoratori del porto di Gioia Tauro hanno rivolto un appello alle istituzioni e a Papa Francesco affinché vengano tutelati 400 posti di lavoro a rischio. Una situazione, quella della struttura calabrese, che da tempo preoccupa i lavoratori e le loro famiglie e che non accenna a risolversi. La loro richiesta d’aiuto è stata raccolta dal massmediologo Klaus Davi che, in collaborazione con diversi sindacati (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Mare e Sul), ha realizzato un video che sarà parte di un documentario, in cui si racconta la vertenza che vede contrapposta l’azienda MCT e gli operai, e potrebbe culminare con centinaia di licenziamenti.

Carmelo Cozza, 50 anni: «La perdita di un solo posto di lavoro qui a Gioia Tauro significa la differenza tra la disperazione e la possibilità di emancipazione per i lavoratori e loro famiglie». Un altro giovane operaio, Mario Morgante: «Sono un giovane calabrese. Amo la mia terra e il mio lavoro e voglio restare qui. Le chiedo di sollecitare le istituzioni che oggi sono assenti. Se venissi licenziato sarei costretto a emigrare da una terra che amo dove invece voglio restare qui, e qui vorrei costruirmi una famiglia». Un altro lavoratore, Salvatore Larocca, ha invitato Francesco a Gioia Tauro. «Santo Padre, noi lavoratori portuali la invitiamo qui, vogliamo farle vedere la nostra realtà. Qui dei giovani hanno avuto un’opportunità lavorativa, hanno messo su famiglia e ora dopo 20 anni rischiano di trovarsi per strada. Il lavoro è dignità. Come si può pensare di rilanciare questo Sud martoriato se non con la dignità del lavoro?»