Via a Firenze a nuovo processso stragi ’93, Stato no parte civile
redazione | Il 23, Nov 2010
Si e’ aperto oggi a Firenze, nell’aula bunker di Santa Verdiana, un nuovo capitolo del percorso giudiziario per far luce sulle stragi di mafia del 1993
Via a Firenze a nuovo processo stragi ’93 Stato no parte civile
Si e’ aperto oggi a Firenze, nell’aula bunker di Santa Verdiana, un nuovo capitolo del percorso giudiziario per far luce sulle stragi di mafia del 1993
Firenze, 23 nov – Si e’ aperto oggi a Firenze, nell’aula bunker di Santa Verdiana, un nuovo capitolo del percorso giudiziario per far luce sulle stragi di mafia del 1993: la Corte d’Assise dovra’ giudicare Francesco Tagliavia, 56 anni, gia’ in carcere per la strage di via D’Amelio, accusato di aver messo a disposizione tre uomini per l’attentato di Firenze in via de’ Georgofili (27 maggio).Nel processo sono stati ammessi come parti civili il Comune di Firenze, il sindaco Matteo Renzi, il presidente della Regione Enrico Rossi, una trentina di privati cittadini. Non lo Stato italiano: l’Avvocatura, infatti, non era presente in aula. ”La notifica – precisa la sede di Firenze dell’Avvocatura – e’ stata fatta per pubblici annunci, ai sensi dell’articolo 155 del Codice di procedura penale. Non ci siamo costituiti parte civile perche’ non ne siamo venuti a conoscenza, non ci e’ stato notificato nulla per iscritto o verbalmente”. ”La notifica e’ stata fatta per pubblici proclami, sta nella Gazzetta ufficiale, cosi’ si fa”, spiega il procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi.Secondo il pentito Gaspare Spatuzza, Tagliavia avrebbe partecipato nel maggio del 1993 a una presunta riunione tenutasi a Santa Flavia (alla quale sarebbero stati presenti lo stesso Spatuzza, Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro, Giuseppe Barranca, Francesco Giuliano, Cosimo Lo Nigro) in cui sarebbe stata pianificata la strage di via dei Georgofili. Tagliavia venne arrestato il 22 maggio del 1993, cinque giorni prima dell’attentato di Firenze. Per quell’attentato, pero’, secondo l’accusa, avrebbe messo a disposizione tre suoi uomini come esplosivisti. Per questo e’ accusato di strage e devastazione.La difesa dell’imputato, rappresentato dall’avvocato Luca Cianferoni, ha chiesto che siano convocati come testimoni numerosi personaggi ‘eccellenti’: l’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, l’ex presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi, l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, l’ex ministro della Giustizia Giovanni Conso, il consulente Gioacchino Genchi, gli ex pm Gerardo D’Ambrosio e Antonio Di Pietro, l’ex capo del Dap Nicolo’ Amato e Massimo Ciancimino. Il legale di Tagliavia (collegato in videoconferenza dal carcere di Viterbo) ha anche chiesto di acquisire la sentenza di appello del processo a Marcello Dell’Utri. Alle richieste di Cianferoni si sono opposti i Pm Alessandro Crini e Giuseppe Nicolosi che chiedono che siano sentiti, tra gli altri, il pentito Spatuzza, Calogero Ganci, Salvatore Cancemi, Giovanni Ciaramitaro, oltre a ufficiali di polizia giudiziaria. I Pm chiedono anche di acquisire i verbali delle dichiarazioni rese dal defunto Antonio Scarano.La corte presieduta da Nicola Pisano si e’ quindi riunita in camera di consiglio: la decisione sull’ammissione di testimoni e fonti di prova sara’ comunicata nell’udienza del prossimo 14 dicembre, quando sara’ anche fissato il calendario delle prossime udienze. Il processo entrera’ nel vivo da gennaio.”Dal processo ci aspettiamo che possa arrivare qualche informazione utile anche per gli altri processi e per aprire la strada a quella verita’ che aspettiamo”, afferma Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime dei Georgofili.(ASCA)