Una trentenne, insieme ai suoi due figli, per circa dieci anni, infatti, è stata ridotta in schivitù da un uomo che è stato fermato dai Carabinieri con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata. L’aguzzino è stato bloccato all’alba dagli uomini della Compagnia di Lamezia Terme che hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme. Secondo l’accusa, il 50enne avrebbe usato violenza nei confronti della convivente di nazionalità romena alla presenza dei figli minori di 9 e 3 anni.
I controlli dei militari dell’Arma hanno permesso di scoprire che l’uomo e la famiglia vivevano in una piccola baracca fatiscente priva di illuminazione e di servizi igienici. Un ambiente angusto, insalubre, infestato da topi e insetti, con servizi igienici ricavati nei secchi della spazzatura e letti in cartone. In considerazione delle gravissime condizioni di degrado riscontrate, la donna e i due bambini sono stati immediatamente trasferiti in località protetta.
Gli ulteriori approfondimenti investigativi hanno consentito poi di accertare che la donna, già badante della precedente compagna dell’indagato, era segregata, da circa 10 anni, prima all’interno di diversi appartamenti e poi nella baracca, venendo costretta in stato di schiavitù, subendo reiterate e crudeli violenze sessuali – dalle quali sono nati i due bambini – e inaudite e gravi lesioni – anche alle parti intime e anche durante i periodi di gravidanza -, alcune delle quali saturate con una lenza da pesca direttamente dall’uomo. Alla donna non è stato mai consentito di avere relazioni sociali e di ricevere cure mediche neanche durante le gravidanze, venendo anche costretta a non lavarsi da oltre un anno. L’uomo, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Catanzaro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.