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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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Virus Febbre del Nilo occidentale in rapido aumento nelle ultime settimane In Italia registrati 53 casi umani di “West Nile” nell’ultimo periodo di cui uno mortale alla fine di agosto a Ferrara. Colpite in particolare Sardegna, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto

Virus Febbre del Nilo occidentale in rapido aumento nelle ultime settimane In Italia registrati 53 casi umani di “West Nile” nell’ultimo periodo di cui uno mortale alla fine di agosto a Ferrara. Colpite in particolare Sardegna, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto
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Pochissimi ne parlano, ma lo “Sportello dei Diritti” ha continuato fin dall’inizio
dell’estate appena passata a diffondere i dati relativi alla pericolosa diffusione
di un virus conosciuto come “Febbre del Nilo occidentale” che anche il Centro
Europeo per la Prevenzione e Controllo delle malattie (ECDC) ha tenuto sotto stretto
monitoraggio. Dall’inizio della stagione di trasmissione del 2017 e fino al 5 ottobre
2017, gli Stati membri dell’UE ei paesi confinanti hanno registrato 240 casi: Romania
(54 casi), Italia (53), Serbia (45), Grecia (48), Ungheria 19), Israele (17) e Austria
(4). Sono state segnalati 16 morti a causa della febbre del Nilo occidentale: Romania
(8 morti), Grecia (5), Ungheria (1), Italia (1) e Serbia (1). Stavolta il campanello
d’allarme è suonato anche in altre province italiane. Sono, quindi, 4 sino alla
data di oggi, i casi registrati in Italia tra il 28 settembre e il 5 ottobre, di
malattia neuroinvasiva da West Nile virus, verificati in particolare in tre regioni
oltre la Sardegna: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Questi sono i dati ufficiali
confermati dal servizio di sorveglianza del Centro nazionale di epidemiologia e dell’Istituto
superiore di sanità. Il 55% dei casi riguarda uomini con un’età media di 64 anni.
Mentre a Ferrara, morto il 26 agosto l’anziano colpito dalla West Nile. L’uomo
di Pieve di Cento, aveva 78 anni ed era stato punto da una zanzara. Dall’11 agosto
era ricoverato all’ospedale di Cona. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello
dei Diritti”, poiché gli esperti ritengono che il collegamento fra il ciclo
rurale e quello domestico è determinato da alcune zanzare della macchia che potrebbero
penetrare negli ambienti domestici infettando il pollame o altri animali d’allevamento
e da compagnia, i quali poi potrebbero essere punti da zanzare nella fase della viremia,
si raccomanda di evitare, in zone a rischio, il contatto con animali deceduti e di
prevenire la proliferazione delle zanzare limitando le superfici umide tra le quali,
rende bene l’idea, il classico esempio del sottovaso sempre pieno d’acqua. È
evidente, inoltre, che ai primi sintomi, bisogna rivolgersi al proprio medico di
famiglia. Si ricorda, a tal proposito che gli indici segnalati sono rappresentati
da febbre moderata dopo pochi giorni di incubazione, che dura da tre a sei giorni,
accompagnata da malessere generalizzato, anoressia, nausea, mal di testa, dolore
oculare, mal di schiena, mialgie (dolori muscolari), tosse, eruzioni cutanee, diarrea,
linfadenopatia e difficoltà a respirare. In meno del 15% dei casi, negli anziani
e nei soggetti più deboli, possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche
quali meningite o encefalite. Non esistono al momento vaccini o trattamenti specifici,
vengono di norma usati farmaci per alleviare la sintomatologia tipica della malattia.
É, peraltro, importante sottolineare che l’ECDC (Centro europeo per la prevenzione
e il controllo delle malattie) ogni settimana pubblica un rapporto informativo sulla
febbre del Nilo occidentale che comprende mappe della attuale distribuzione geografica
dei casi autoctoni umani nell’UE e nei paesi limitrofi, tra cui un confronto con
i dati precedenti, un aggiornamento della situazione e una tabella del numero di
casi di paese e zona. Esso è pubblicato sul sito dell’istituzione europea ogni
venerdì pomeriggio. L’obiettivo del progetto è quello di informare le autorità
competenti responsabili per la sicurezza della salute delle aree nelle quali risulta
possibile il contagio del virus del Nilo occidentale agli esseri umani al fine di
sostenere la loro attuazione della normativa sulla sicurezza della salute. Secondo
la normativa europea sulla sicurezza della salute, gli Stati membri devono avviare
misure di controllo per assicurare la sicurezza in caso di casi di febbre del Nilo
occidentale. Una sfida importante per l’attuazione del presente regolamento è la
raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite.