Visita ministro Minniti a Gioia Tauro: “Calabria più sicura” "Il contrasto alla 'ndrangheta è una sfida permanente"
Il ministro dell’Interno Marco Minniti ha presenziato ieri pomeriggio alla cerimonia di elevazione della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro a comando di Gruppo. La bandiera del neocostituito Gruppo è stata consegnata dai familiari dei Carabinieri uccisi nella strage di Razzà, la contrada di Taurianova in cui il primo aprile 1977 furono trucidati l’appuntato Stefano Condello e il carabiniere Vincenzo Caruso perché durante il servizio di controllo si erano imbattuti in un importante summit di ‘ndrangheta.
“Con la scelta di elevare la compagnia a gruppo – ha detto Minniti – con la scelta di avere qui in Calabria un battaglione Calabria che integra capacità diverse, investigative, di controllo del territorio, capacità speciali come quelle dello squadrone Cacciatori, si testimonia che anche nel contrasto alla criminalità organizzata, alla ‘ndrangheta così come al terrorismo, il controllo del territorio è un elemento fondamentale. Lo è ancora di più nei confronti della ‘ndrangheta, perché nell’idea della ‘ndrangheta c’e’ quella di esercitare un controllo alternativo del territorio”.
Il ministro Marco Minniti ha parlato anche del porto di Gioia Tauro. “E’ la porta dell’Europa verso il Mediterraneo – sottolinea – il porto costituisce una straordinaria infrastruttura, importantissima per la Italia e per la Europa. Deve essere sempre più una grande infrastruttura del Paese, e quindi garantire la trasparenza e la sicurezza del porto e della Piana di Gioia Tauro costituisce un elemento fondamentale, appunto perché è uno snodo economico importante qui abbiamo anche una parte della ‘ndrangheta tra le più agguerrite di quelle che ci sono in Calabria e in Italia. Qui si gioca una partita cruciale per la sicurezza della Italia”.
Infine Minniti ha sottolineato che da oggi la provincia di Reggio Calabria conta ben due gruppi: “Uno sforzo straordinario di rafforzamento, che non avviene sulla base di una emergenza, a Locri fu istituito dopo l’assassinio del vicepresidente Fortugno, ma in una condizione di ordinaria forza, la forza dello Stato si dispiega in una condizione ordinaria, non dobbiamo rispondere a una sfida, perché per noi la sfida del contrasto alla ‘ndrangheta è una sfida permanente, che noi dobbiamo vivere con forza ogni giorno”.