“Legge vitalizi” Regione Calabria abrogata, scritta una pagina regionale molto triste (che farà riflettere moltissimo ai calabresi) Tutti uniti per autoassolversi, ma attenzione, in queste redenzioni, oltre allo smemorato Callipo, c’è l’affermazione gravissima di Francesco Pitaro che ha parlato di “inganno” e di “manifesta slealtà”
Oggi se Gaetano Salvemini fosse ancora vivo, non so come avrebbe reagito, sicuramente in maniera feroce, nei confronti dei consiglieri regionali della Calabria! Si è scritta una delle pagine più buie e tristi del regionalismo calabrese. Il grande Ennio Flaiano oggi avrebbe scoperto chi è quel “qualcuno che continua a spostare la soglia del ridicolo”. I consiglieri regionali della Calabria.
Quello che è andato in scena non è altro che la reale rappresentazione di quella che viene definita in maniera pregiudizievole come “casta”. Tutti insieme appassionatamente a difendere un loro “errore” in una mea culpa camuffato in un attacco verso i “cialtroni” che l’hanno sgamati, sputtanati e fatto sì che venisse convocato un consiglio regionale in fretta e furia come quelli che rubano la marmellata e scappano, per abrogare quella che poteva essere una delle più grandi “porcate morali” della storia calabrese. Non dimentichiamo che abbiamo un consiglio regionale eletto con il 44% dei calabresi che sono andati a votare, con uan sfiducia nelle istituzioni del 56% in quanto si è astenuto il 26 gennaio scorso.
Inizia Tallini ad aprire i giochi, il presidente del consiglio regionale con “Onorevoli (di che?) colleghi…”, che difende una legge che a breve verrà abrogata (sic!), che senso ha? Ma non si ferma nella sia disquisizione morale, Tallini, individuato dalla commissione parlamentare antimafia come un “impresentabile”, mentre in Calabria viene eletto a dirigere la massima assise istituzionale. Nella sua relazione iniziale definisce “il cartello degli sciacalli” che ha osato gettare discredito e odio sull’Astronave, quel Palazzo Campanella che da questo momento dovrà addobbarsi a lutto, sì, lutto per la morte delle istituzioni regionali calabresi.
Perché la legge si riferiva a una “ratio” pronunciato come si scrive (sic!), di una legge nazionale varata dall’allora governo Monti. Però loro consentivano anche ai consiglieri decaduti di maturare la pensione (vitalizio) anche se hanno fatto un solo giorno in Assemblea o con elezione annullata.
Quella legge, la 5/2020, firmata da tutti i capigruppo presentava delle incongruenze madornali, amplificate anche dalla situazione non facile che sta vivendo il paese, la Calabria e i cittadini calabresi in tempi di coronavirus, dove ogni giorno si fa il conto per come tirare a campare.
E non solo, afferma che si è assunta la “responsabilità di convocare” un consiglio regionale, e ci mancava pure! Ma non si ferma qua lo scaltro Tallini, addirittura afferma che “si tratta di un atto di responsabile umiltà capace di ammettere errore di analisi e valutazione. Non cancelliamo un peccato originale, ma prendiamo atto della responsabilità che abbiamo come assemblea legislativa. Una responsabilità che non ci concede di sbagliare neanche in buona fede”. Non è uno scherzo, ha detto proprio così, ma mica ha finito? Anzi, dice che gli attacchi, ovvero quello di averli sgamati, si è trattato di “fake news, falsità, bugie inaccettabili e fantasiose ricostruzioni”, ed ancora, “Ci siamo trovati davanti a un singolare cartello utilizzato in perfetta malafede per infangare e demonizzare il consiglio regionale; un triste cartello di sciacalli, paladini dell’antipolitica, sostenitori della prima repubblica e giornalisti che si cimentano in fantasiosi racconti e manine che scompaiano e anche candidati alla presidenza (il riferimento è a Carlo Tansi)”. E difende che non si è trattato di un ripristino dei vitalizi, ma ancora deve spiegare come mai nella legge abrogata c’era scritto nessun “onere al bilancio”, quando poi hanno parlato di qualche spesa. Misteri calabresi, anzi dei consiglieri regionali calabresi.
Ma la cosa che ha fatto “inorridire” sono stati alcuni interventi dei consiglieri regionali, ad esempio chi nel Pd l’aveva definito una “tempesta in un bicchier d’acqua”, tra i quali Bevacqua che afferma “non avrei immaginato di trovarmi in aula per abrogare una proposta da noi approvata di recente, ed è un momento difficile che ci ha segnato personalmente ed ha affermato che non potevamo fare peggiore scelta di dare possibilità ai professionisti dal facile populismo di strumentalizzare ed enfatizzare una vicenda che venisse cavalcata (…)”, Cioè hanno fatto una peggiore scelta però la colpa è dei populisti e lo stesso ha pure affermato di “aver minato la propria credibilità” (sic!). Quindi, non era “una tempesta in un bicchier d’acqua”?
Singolare è l’intervento di Pitaro ex candidato con la coalizione di Callipo poi passato al gruppo misto perché non è stato accontentato come segretario-questore, “il consiglio regionale ha scritto una pagina avvilente da cancellare”, lo stesso parla di “inganno”, attenzione, affermazione gravissima. Lo stesso afferma che, attenzione, “c’è stata rifilata una proposta di legge diversa da quella che era stata concordata in conferenza dei capigruppo (…)”, e invece no, c’era tutt’altro. Si è trattato di un “inganno elaborato in “manifesta slealtà”, “è stata elaborata all’interno di quella parte dell’emiciclo, la mano di un furfantello (…) che aveva in testa non l’interesse della Calabria, ma l’interesse proprio”. Parole gravissime che spero non passano in sordina.
E poi c’è lui (alleghiamo una foto per non dimenticare), il moralizzatore dei moralizzatori, quello che ha posto il veto a delle candidature per quel 26 gennaio scorso (tra i quali Francesco D’Agostino, Orlandino Greco e Bruno Censore, oliveriani doc), per apparire il nuovo che avanza dopo aver abbracciato finanche i pentastellati, quello che nel dicembre del 2019 aveva dichiarato, “Basta che Di Maio mi chiami, pronto a lavorare con i grillini”, tant’è un mese dopo si candida con il centrosinistra a presidente, signori è lui, Pippo Callipo, dove oggi prende la parole per pochi istanti per “insultare” affermando, “Oggi abbiamo dato prova di una grande forza, tutti insieme abbiamo, tutti insieme, abrogato una legge approvata pochi giorni fa, questa è una cosa che non ci rende deboli ma ci rende forti e checché ne dicono questi “Ciarlatani che parlano su facebook e nelle televisioni da quattro soldi, questa è una cosa che ci fa onore a tutti” . Ma non era quello che aveva scritto se in caso gli fosse “stato proposto di sottoscrivere un documento non veritiero e per questo mi tutelerò nelle sedi opportune”? Consigliere Callipo, non onorevole Callipo, gliel’ha detto il suo ex collega di colazione Pitaro che si è trattato di un “inganno”, ora si tutelerà nelle sedi opportune?
E poi quel “fecimo” pronunciato dall’Irto colle che chiude in bellezza un consiglio regionale da dimenticare al più presto…e ricordando ancora Flaiano, “la situazione è grave ma non seria”.