“Voto di scambio, triste vendere false speranze” Prosegue Giuseppe Graziano: "Occorre rivedere la normativa. Ci sono zone grigie che condizionano il voto"
COSENZA – Dispiace constatare come in Calabria, nonostante ci siano donne e uomini impegnati a cambiare il sistema, si verifichino ancora situazioni (su cui dovrà indagare la magistratura per fare piena luce) che ci portano alla ribalta nazionale per quanto di più oscuro possa riguardare le elezioni e che non hanno nulla a che fare con la legittima partecipazione democratica e sociale al voto di un paese. Ed è ancora più triste “vendere” false speranze alla gente. A questa pratica e a questo modo di fare diciamo NO con convinzione e fermezza, e continuiamo a contrapporre il metodo del merito e delle idee, certi e convinti che le cose possano ancora cambiare. Ecco allora che occorre rivedere la normativa vigente perché non è solo la mafia a condizionare il voto ma anche quelle zone grigie dell’apparato burocratico e imprenditoriale che limitano la libertà di voto.
È quanto dichiara il Presidente nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, commentando l’articolo di stampa apparso stamani sulle colonne de Il Fatto Quotidiano, a firma del giornalista Lucio Musolino.
Credo che la difesa dei diritti e della libertà di pensiero, opinione e credo dei cittadini – dice Graziano – debba essere una battaglia bipartisan e senza colori politici. A Longobucco, secondo quanto riportato dalla stampa, sarebbe successo quello che speravamo non accadesse e da questo credo debbano saper prendere le distanze quanti, carichi di buon senso, ancora credono nei sani principi che alimentano la politica e la partecipazione. E sotto accusa – aggiunge – non ci sono soltanto le persone che si sono rese artefici e complici di questo modo di fare – su eventuali loro responsabilità faranno luce gli inquirenti – quanto un sistema che, ancora e purtroppo, continua ad essere soggiogato a questo modo di gestire la cosa pubblica. Il caso di Longobucco, per come raccontato dalla stampa, ci restituisce una comunità dove il margine di vittoria per l’elezione del nuovo Sindaco è stato di appena 24 voti (i fatti raccontati dal quotidiano nazionale interesserebbero proprio un candidato della lista vincente) e porta alla luce, dovessero essere i fatti confermati, un metodo clientelare e di compravendita del consenso elettorale che può influire in modo determinante all’esito finale della competizione elettorale.
Cosa fare allora – si chiede il Presidente Graziano – per evitare che tutto ciò possa ripetersi? Innanzitutto occorre ed è urgente un ricambio generazionale, che non significa rottamazione – la quale, come emerso a livello nazionale, ha prodotto ancora più danni del passato – bensì la crescita e l’inserimento all’interno degli apparati istituzionali di persone che abbiano a cuore il bene comune e che siano slegate dagli stereotipi del clientelismo e dai potentati partitici o familiari che da sempre gestiscono pacchetti di voti. E poi, come in ogni paese democratico e civile, occorre rivedere e applicare le leggi. Esistono norme nazionali come la 62/14, ad esempio, create proprio per debellare il fenomeno del voto di scambio, limitato però solo alle infiltrazioni di tipo mafioso. Ma la pratica del clientelismo – e la cronaca degli ultimi giorni, precisa ancora Graziano, ne ha data ampia testimonianza – non è prerogativa solo degli ambienti ufficialmente criminali. C’è un sistema ben più ampio e “legale” che va dai grandi parentati e termina a tutte quelle aree grigie dei potentati burocratici, aziendali e amministrativi che purtroppo, ancora oggi e maggiormente al Sud, condizionano – conclude – la scelta democratica del voto.