Welfare: la Regione diffida gli Ambiti inadempienti L'Assessore Gallo: «Pronti ad attivare i poteri sostitutivi in caso di ulteriore inerzia»
La Regione è pronta ad attivare i poteri sostitutivi nei riguardi degli Ambiti che ad oggi non hanno ancora recepito le previsioni normative in materia di prestazioni socio-assistenziali.
Lo conferma l’Assessorato regionale al Welfare, guidato da Gianluca Gallo, rendendo noto che con nota del Dipartimento Tutela della Salute-Settore Politiche Sociali una formale diffida è stata indirizzata ai Comuni capiambito inadempienti e per conoscenza ai Municipi ricadenti nel perimetro di competenza degli stessi. «I limiti della cosiddetta riforma del welfare», dice l’Assessore Gallo, «si stanno manifestando in tutta la loro evidenza, divenendo chiari ed inconfutabili. L’impegno di una radicale revisione delle norme introdotte dal precedente governo regionale attraverso la Dgr 503 del 2019 resta, ma adesso è fondamentale garantire la tenuta del sistema». In proposito, dopo aver trasferito agli Ambiti già a Maggio il 60% delle risorse finanziarie loro destinate, negli ultimi mesi la Regione ha intessuto un serrato confronto con gli enti locali, garantendo anche assistenza e supporto ai fini del superamento delle difficoltà di ordine tecnico e burocratico lamentate dai Comuni. Un lavoro che ha consentito di superare in gran parte problemi e criticità, almeno per il presente. Resta tuttavia da definire la posizione di alcuni Ambiti, rimasti sin qui indifferenti ad ogni sollecitazione. «Tra i Comuni destinatari della diffida vergata dal Settore Politiche Sociali – sottolinea l’Assessore – ve ne è qualcuno che solo di recente, a seguito delle elezioni, ha ritrovato una guida politica. Confidiamo che il ritardo accumulato possa essere recuperato in fretta, in sintonia con la Regione. In caso contrario, di fronte al perdurare dell’inerzia, saremo nostro malgrado costretti ad attivare i poteri sostitutivi». In mancanza, concreto sarebbe il rischio di un blocco delle attività socio-assistenziali in favore delle fasce deboli della popolazione, a detrimento anche delle strutture socioassistenziali, «che sino ad oggi, in condizioni di estrema precarietà», riconosce l’Assessore, «hanno continuato a garantire l’erogazione di servizi essenziali, tutelando inoltre migliaia di posti di lavoro».