Zavettieri sulle dichiarazioni di Minniti in merito alle mafie
Alla recente dichiarazione del Ministro Minniti: “troppo silenzio sulle
mafie in questa campagna elettorale”, verrebbe spontaneo rispondere con la
seguente domanda: “chi dovrebbe parlare delle mafie o contro le mafie
quando questa campagna elettorale non riesce a parlare proprio a nessuno?”
…E cosa dovrebbero dire i candidati se, pur ammettendone l’esistenza,
l’amministrazione statale della giustizia consente la libera espressione di
voto ai mafiosi, presunti mafiosi e/o cosiddetti soggetti “controindicati”?
(È evidente che i termini “presunti” e “controindicati” non siano casuali)…Forse dovremmo davvero prendere come suggerimento le parole del
Ministro dell’Interno che all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Reggio
Calabria ha dichiarato di “non volere i voti dei mafiosi” , blindando però
questa sua determinazione con una “bella” e “prudente” candidatura fuori
regione?!E in tal caso, cosa potremmo fare, per eccesso di prudenza, noi che non
siamo candidati ma che abbiamo scelto di vivere ed operare in questo
martoriato territorio? ..Per caso abbandonare le nostre idee e trasferirci
in massa al nord Italia o all’estero, scappando dalla Calabria?!Mi dispiace! Moralmente non possiamo accogliere questi, se pur impliciti,
suggerimenti né accettare questi consigli da parte di nessuno.Scommetto però che saremmo in molti ad apprezzare un cambio di
atteggiamento e un diverso approccio nei confronti della nostra terra da
parte di chi, come Minniti, da calabrese, ha raggiunto nell’ultimo quarto
di secolo il livello più alto di rappresentanza politica e istituzionale,
attraverso una drastica modifica delle proprie scelte e della propria
azione politica in termini di proposta. Tutto ciò, anche se tale scelta
dovesse mettere in discussione la sua immagine nazionale e gli “spazi”
politici conquistati sino a questo momento e anche se fosse al solo scopo
di risollevare le sorti del Mezzogiorno e della Calabria (…scusate se è
poco!), finalmente spendendosi in concreto per l’inserimento della nostra
regione nell’agenda di governo, ad oggi fuori dalla programmazione di
nazionale e di qualsivoglia forma di sviluppo.
In tal modo, molti come il sottoscritto, da ogni parte politica, non
esiterebbero a riconoscere a “Cesare quel che è di Cesare”, diversamente
anche se con molto senso di smarrimento e scarsissima fiducia nel futuro
saremmo costretti a guardare avanti!Pierpaolo Zavettieri Consigliere Metropolitano di Reggio Calabria