Un rapporto dell’ufficio europeo dell’Oms diffuso oggi, afferma che vi è un rischio
concreto della probabilità dell’arrivo di focolai di virus Zika in Europa. Nello
studio si legge che il pericolo è classificato «da lieve a moderata» a seconda
del paese, con l’Italia che, insieme alla Francia, è considerata tra quelli più
a rischio. Il livello di contagio è stato definito sulla base di un punteggio dato
dalla presenza di vettori, da eventuali precedenti focolai di malattie come Chikungunya,
Dengue, e West Nile Virus causate da patogeni ‘parenti’ di Zika, dalla connettività
con gli altri paesi e dalla densità della popolazione. Nella Regione Europea dell’Oms,
che comprende 53 paesi, tre zone sono considerate ad alto rischio per la presenza
della zanzara Aedes Aegypti, il vettore principale del virus, e sono l’isola portoghese
di Madeira e le aree che si affacciano sul mar Nero della Georgia e della Russia.
Diciotto paesi dell’area mediterranea hanno un rischio moderato dovuto alla presenza
della zanzara tigre, e fra questi Francia e Italia hanno il punteggio più alto.
In Italia, le zone colpite hanno riguardato soprattutto Emilia-Romagna, Veneto e
Sardegna. Il resto dei paesi europei ha un rischio basso o nullo, data l’assenza
di vettori. Il rapporto contiene una serie di raccomandazioni per i paesi a rischio
alto o moderato, dal rafforzamento del controllo dei vettori all’aumento delle capacità
di effettuare test rapidi per individuare eventuali casi. Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti [1]”, sempre puntuale nell’avvisare i cittadini,
ricorda che il virus Zika, si trasmette principalmente dalle punture della zanzara
del genere Aedes aegypti e sta colpendo in modo massiccio soprattutto l’America
del Sud, ma con l’avvento dell’estate ci si attende una ”ulteriore diffusione internazionale”
del virus, e ciò considerando che attualmente le popolazioni “non presentano alcuna
immunità” rispetto a questo virus. Inoltre casi eccezionali di trasmissione per
via sessuale sono stati già riportati all’inizio di febbraio negli Stati Uniti.
Un caso di contagio via sessuale è stato confermato anche in Italia, con uno studio
retrospettivo dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e si riferisce all’estate-autunno
del 2014. Attualmente non esiste un vaccino contro Zika e la maggior parte delle
persone colpite dal virus si trovano in Brasile e Colombia dove sono stati registrati
casi di microcefalia, grave malformazione pre parto. Le nuove evidenze ci dicono
che c’è un rischio che la malattia da virus Zika si diffonda, afferma Zsuzsanna
Jakab, direttore regionale per l’Europa dell’Oms che concludendo ha inoltre dichiarato:
“Chiediamo ai paesi con il rischio più alto di rafforzare la preparazione”.