«La Commissione Europea potrebbe dare libero accesso, a dazio zero,
all’importazione di 76.000 tonnellate di riso indica dal Vietnam, mettendo
a repentaglio la produzione di riso italiano e calabrese». È quanto afferma
il deputato M5S membro della commissione agricoltura Paolo Parentela, che
aggiunge: «Il nuovo accordo, confermato con plauso anche dal vice ministro
allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, si inquadra nel sistema di
preferenze generalizzate che l’UE concede ai paesi in via di sviluppo per
accedere al mercato europeo. Attualmente, secondo questo regime
commerciale, il riso importato nell’UE a dazio zero supera le 300.000
tonnellate».
«Abbiamo già affrontato il problema – dichiara il deputato calabrese Paolo
Parentela – trattando delle importazioni di riso dalla Cambogia, anche
queste agevolate e aumentate grazie agli azzeramenti o alle progressive
riduzioni dei dazi della tariffa doganale comune, a danno del comparto
risicolo nazionale. Il nostro Paese produce più del 50% di riso dell’UE,
posizionandosi come principale produttore con circa 1 milione e 400 mila
tonnellate di riso greggio, mentre in Calabria si produce riso di qualità
nella piana di Sibari, con circa 600 ettari di terreno coltivati».
Parentela continua: «Lo scorso novembre con una risoluzione in commissione
agricoltura, abbiamo impegnato governo ad intervenire al fine di attivare
la clausola di salvaguardia a tutela del mercato italiano del riso o, in
alternativa, a valutare l’opportunità di introdurre un dazio proporzionato
per l’importazione. Le aziende risicole italiane danno lavoro a 10 mila
cittadini. Non capiamo come si possa parlare di difesa del made in Italy,
se si continua a immettere riso dalla Cambogia, dal Myanmar e adesso dal
Vietnam».
«Attualmente – prosegue il deputato – in commissione stiamo esaminando un
disegno di legge che delega il Governo a sostenere il settore del riso. Le
nostre preoccupazioni, anche in vista di una prossima riforma della legge
del mercato interno del riso, sono a tutela della valorizzazione delle
varietà, anche quelle nuove, e a garanzia della trasparenza
dell’informazione per i consumatori. Questo per noi significa tutelare i
nostri prodotti e l’impegno degli agricoltori».
Parentela conclude: «Adesso si parla di un’ulteriore apertura del mercato
alle importazioni di riso, ma non sappiamo come il ministro Martina intenda
proteggere il settore italiano da quest’ultima mossa. È nostra ferma
intenzione chiederlo direttamente a lui, perché si prenda la responsabilità
di spiegare agli agricoltori preoccupati come verranno tutelati i loro
prodotti e le loro fatiche».