Taurianova, ex amministrazione Romeo: “Bugie per prorogare la gestione commissariale”
Dic 08, 2014 - redazione
Come ex consiglieri comunali – dunque come amministrazione politica oltraggiata nella sua dignità istituzionale e democratica – dopo aver appreso le motivazioni che, a proposito del tanto agitato “Caso Taurianova” hanno indotto il Ministro Alfano a decretare una proroga di sei mesi della gestione commissariale, unitamente alla cittadinanza taurianovese abbiamo avvertito la necessità di chiederci se la decisione fosse da intendere come il frutto di uno scherzo di pessimo gusto. E’ stato possibile constatare, in realtà, di trovarsi di fronte all’ennesimo e rafforzante tentativo di mortificare le determinazioni di volontà, a suo tempo espresse – liberamente e democraticamente – dalla stessa comunità. Il principale aspetto che, nel surriferito decreto di prolungamento inevitabilmente balza all’attenzione, si lascia cogliere nella netta discrepanza sussistente tra le relative e individuate giustificazioni e l’originaria ipotesi di scioglimento, promulgata dalla ormai nota legge Taurianova. Sembra fin troppo evidente, di conseguenza, l’insulto perpetrato ai danni dell’intelligenza dei taurianovesi! Leggendo e rileggendo, con i consueti presupposti della nostra analitica obiettività, tutti i passaggi dello stesso decreto – nel tentativo di distinguere le ragioni che ne hanno determinata l’emanazione – è stato possibile riconoscere solo ed esclusivamente la volontà di affermare la morte morale, politica e culturale di questo paese. Si continua a insistere, infatti, sull’annosa questione della radicata presenza della criminalità organizzata, peraltro presente in tutte le locali realtà. A questo punto sorgono, da parte di chi ha legalmente e onestamente amministrato, talune ineludibili e spontanee domande, a partire dalla questione canile Happy Dog. Una realtà, questa, da sempre menzionata all’insegna di un inequivocabile piglio di natura meramente indiziario – come se fosse all’origine di chissà quali ipotesi di contiguità politico/criminale – fino a motivare la necessità di trasferire i cani presso un canile di Crotone. Si dimentica, in questo contesto, che il tutto prese l’avvio da un atto di denuncia – inoltrata presso la Procura della Repubblica – di cui si rese coraggioso protagonista l’ex Sindaco Domenico Romeo, a motivo di una protocollazione a dir poco ambigua, eseguita da parte del Responsabile dell’Ufficio Tecnico a proposito di una presunta trasmissione di atti. Servizio che è continuato fino a gennaio 2014. Evidentemente qualcuno, venuto a conoscenza dell’esposto, si è affrettato – nonostante i quasi sette mesi di ritardo dalla data dello scioglimento – ad affidare l’incarico ad altra ditta di Crotone. In ogni caso sembra che ai titolari dello stesso canile sia stata concessa – a dispetto dell’interdittiva antimafia – un ulteriore proroga anche da parte del comune di Reggio Calabria, in quel periodo retto da una commissione straordinaria. Non possiamo non chiederci, alla luce di quanto detto: il problema canile sorge solo ed esclusivamente per l’Amministrazione Romeo? E da immaginare, probabilmente, che i cani siano stati sottratti a certe vicinanze mafiose, magari grazie a un vaccino speciale – di cui si disconosce il nome dello scienziato – che è stato capace di sviluppare un antidoto a carattere geograficamente intermittente! Che dire, poi, della raccolta differenziata, della gara e della pertinente aggiudicazione da parte dell’Amministrazione Romeo? Le norme anticorruzioni rappresentano un obbligo di legge – sistematicamente messo in atto dalla stessa compagine amministrativa – mentre bisogna ricordare che, in certe realtà, gli appalti pilotati con mazzette – ai mafiosi e non – dovrebbero rappresentare un valido motivo per lo scioglimento di un comune. I presidi di legalità? Un argomento, quest’ultimo, che è stato già chiarito, tenendo conto che con l’Amministrazione Romeo l’istituzione del Giudice di Pace aveva superato – e del tutto – il paventato rischio chiusura. Il comando della guardia di finanza? Appare paradossale che, in un paese ad ALTA DENSITA’ MAFIOSA, non si ritenga opportuno conservarne l’azione e la funzione: non solo per eventuali evasioni fiscali, ma anche per l’indubbia e intrinseca funzione di natura morale. Per quel che riguarda, invece, la discontinuità rispetto agli introiti dei tributi del passato, sarebbe importante chiedersi a quale trascorso s’intenda riferire il confronto. Tra gli atti, riguardanti il 2011/2012, e quelli più recenti, vi è una continuità tale che ci fa onore aver intrapreso tutte le misure necessarie per risolvere il complesso problema GIOSETA: potenziando addirittura l’ufficio tributi dell’Ente, in termini di personale comunale a supporto dell’ufficio stesso! Costi di gestione diminuiti? Chi ha relazionato al Ministro, relativamente alla necessità del proseguimento dell’opera risanatrice, avrebbe dovuto – se non altro per correttezza intellettuale – menzionare una recentissima sentenza della Corte dei Conti di Catanzaro, che sempre all’amministrazione Romeo non ha esitato a riconoscere la diminuzione della spesa pubblica! Attività di manutenzione, vigilanza, edilizia: che fine hanno fatto gli appalti, aggiudicati durante l’identica amministrazione Romeo? La qualità attuale, riguardante la manutenzione delle strade, è stata rappresentata al Ministro Alfano? Vi sono stati, in modo particolare, appalti nel contesto dei quali è stato possibile evidenziare una qualsiasi ipotesi d’illecito? Se così fosse – ma tutti sappiamo che così non è – perché solo i politici, e non il responsabile di settore: ovvero gli esecutori degli atti? Rotazione del personale? Quale? A oggi risulta una sola richiesta, volontaria, di trasferimento ad altro settore! Pare d’intendere che, il personale dell’ente, sia onesto – oppure disonesto – a secondo della sua guida (SIC!). La dirigenza comunale, quale compartecipe delle presunte azioni d’illegalità prodotte dall’amministrazione Romeo, vanta a oggi la medesima posizione dirigenziale. E’ appunto concessa agli stessi la gestione dei concorsi, oltre che la concessione di encomi di varia natura. In quest’ultimo caso, l’insufficienza dell’amministrazione Romeo è stata quella di non aver encomiato alcun dirigente: non vi sono stati, infatti, riconoscimenti all’eccellenza (vedi l’emergenza idrica, che ha visto encomiato dalla Commissione Straordinaria il responsabile del 4° settore, in un contesto in cui la cittadinanza durante tale emergenza è stata abbandonata a se stessa). D’altra parte, dietro a ogni azione settoriale il sindaco doveva quotidianamente preoccuparsi di seguire le attività finalizzate alla risoluzione dei problemi, affinché essi non subissero rallentamenti o forme di ostruzionismo, dettate da finalità di varia natura. Avviandoci alla conclusione di questo quadro analitico, riteniamo doveroso aggiungere che la Commissione Straordinaria – alla luce degli atti documentali – non avrebbe grosse difficoltà a identificarsi come il proseguente e terminante percorso amministrativo intrapreso, promosso e deliberato dal Sindaco Romeo, unitamente alla sua compagine politica (si veda la raccolta differenziata, l’adesione al piano di azione e coesione del Ministero dell’Interno, al Consiglio Comunale dei Ragazzi, all’affidamento dell’incarico al responsabile del III Settore per la realizzazione della Consulta delle Associazioni, all’assunzione dell’Assistente Sociale, al Concorso Vigili Urbani, etc etc). Agli atti del ricorso di merito, al giudizio del TAR di Roma, è allegata tutta la documentazione comprovante quanto sopra affermato! Pertanto, siamo lieti di appurare che il nostro strutturale e direttivo indirizzo politico/programmatico – a motivo del quale siamo stati democraticamente eletti – sia stato apprezzato, confermato e portato avanti dallo Stato: quello stesso Stato che – è importante rammentarlo – ha comunque inteso sciogliere l’amministrazione per condizionamento mafioso!
Crea Antonio Pietro, Canfora Rosa, Laface Giuseppe, Panarello Carmelo, Startari Giuseppina, Asciutto Selene, Lombardo Domenica, Prestileo Giuseppe, Cutri’ Antonino e Tassone Giuseppe.