Il Delegato alla Cultura Quartuccio: “Lapide di Palazzo Crupi rimossa per esigenze di allestimento. Sbagliato personalizzare le istituzioni”
Feb 10, 2025 - redazione
Il consigliere metropolitano risponde alle affermazioni del dottor Lamberti Castronuovo: “Il voluminoso blocco in pietra di Lazzaro posto sul muro del Palazzo nel 2016, senza che sia stato ad oggi rinvenuto alcun parere tecnico della Soprintendenza o qualsivoglia atto amministrativo che ne giustificasse la spesa o l’installazione, producendo un debito fuori bilancio successivamente saldato con delibera dal nuovo Consiglio metropolitano nel 2019”
«A quanti, in queste ore, si attardano a discettare sulla lapide in pietra di Lazzaro rimossa dai muri di Palazzo “Pasquino Crupi”, vorrei sottolineare che le istituzioni non si possono né si devono, in alcun modo, personalizzare. Ciò che un amministratore produce viene ricordato, o dimenticato, a prescindere da qualsiasi tentativo autocelebrativo. Il ruolo che da qualche anno ormai ho il piacere di ricoprire, mi ha insegnato che devono essere sempre gli altri, nello specifico la comunità che abbiamo l’onore di rappresentare, a riconoscere eventualmente la bontà del lavoro svolto, al servizio della collettività, e che qualsiasi altro riconoscimento assume caratteri di autoreferenzialità che non possono e non devono appartenere a chi ha il compito di rappresentare un’istituzione». E’ quanto afferma il consigliere metropolitano delegato alla Cultura Filippo Quartuccio commentando le recenti affermazioni del dottor Lamberti Castronuovo.
«La lapide (definizione che non vuole in alcun modo essere offensiva, ma sulla quale viene in soccorso il significato assegnatole dall’enciclopedia Treccani) è stata spostata per esigenze legate alla mostra nazionale “SalvArti” – afferma Quartuccio – organizzata dalla Città Metropolitana insieme ai Ministeri dell’Interno e della Cultura, all’Agenzia per i Beni Sequestrati e Confiscati ed al Comune di Milano, già allestita alla Casa Museo Hendrik Christian Andersen di Roma e a Palazzo Reale di Milano». L’invito all’imprenditore Eduardo Lamberti Castronuovo è quello «ad abbassare i toni di una polemica sterile e puerile», e, soprattutto, «ad avere maggior rispetto e riguardo per i dipendenti dell’Ente, volgarmente attaccati in spregio ad ogni regola di rispetto nei confronti della dignità umana e professionale».
«Senza nulla voler togliere alla precedente pregevole attività di valorizzazione delle opere sottratte alla criminalità organizzata – ha sottolineato Quartuccio – vale la pena di evidenziare come il voluminoso blocco in pietra di Lazzaro, che non ha valore storico, sia stato allora posto sul muro del palazzo, nel 2016, senza che sia stato ad oggi rinvenuto alcun parere tecnico della Soprintendenza o qualsivoglia atto amministrativo che ne giustificasse la spesa o l’installazione. Anzi, quell’attività procurò un danno alle cornici della boiserie originale, modificando la struttura muraria proprio in mezzo alla scalinata centrale del Palazzo».
«Entrando, maggiormente, nello specifico – ha proseguito il Consigliere delegato – negli archivi dell’Ente si può ritrovare soltanto una deliberazione di Giunta provinciale, del 28 luglio 2016, quale presa d’atto dei lavori di somma urgenza realizzati per adeguare la struttura dell’ex Brefotrofio all’esposizione di quadri dove, fra le altre cose, nulla si significa circa la lapide installata due mesi prima, e per la quale l’Amministrazione provinciale non aveva neanche adottato gli atti necessari per commissionarne la realizzazione ed il relativo pagamento della prestazione all’operatore economico individuato. Soltanto successivamente il nuovo Consiglio metropolitano, nel 2019, ha liquidato quel lavoro, riconoscendo un debito fuori bilancio di 5.469 euro».
«Tornando alle questioni odierne – ha proseguito – la lastra in pietra di Lazzaro è stata rimossa per permettere l’installazione del colophon della mostra “SalvArti”, in armonia con le esigenze di allestimento ed il concetto espositivo già realizzato al Palazzo Reale di Milano. Terminato l’evento reggino, dunque, sarà ripristinato lo stato dei luoghi e la lapide in pietra di Lazzaro, ormai acquisita fra i beni dell’Ente, troverà sistemazione in uno spazio che verrà individuato insieme alla Soprintendenza, questa volta evitando di danneggiare la struttura muraria del Palazzo».
«A tal proposito – ha specificato, in conclusione, Filippo Quartuccio – intendo chiarire che ovviamente la rimozione dell’epigrafe non riguarda l’intitolazione del Palazzo al professor Pasquino Crupi, figura alla quale l’intera comunità è emotivamente affezionata, che sarà perennemente ricordata con una specifica targa in ottone, peraltro recentemente rinnovata, posata all’esterno dell’immobile che è, resta e resterà per sempre, patrimonio collettivo dell’intera comunità della Città Metropolitana di Reggio Calabria».