Il Nuovo Ordine Mondiale, la Guerra dei Dazi e l’Agricoltura Calabrese: L’Europa si gioca tutto mentre la Meloni vola negli USA

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di Claudio Maria Ciacci 

In un mondo sempre più dominato da logiche globaliste, il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale si impone come minaccia concreta all’autonomia economica e culturale delle nazioni sovrane. Gli Stati Uniti e la Cina si contendono il dominio attraverso una crescente guerra dei dazi, mentre l’Europa, senza una linea chiara e coesa, rischia di restare schiacciata tra i due colossi. In questo scenario geopolitico incandescente, la premier Giorgia Meloni è attesa domani a Washington per un delicato incontro con l’amministrazione americana. Ma la vera domanda è: a chi giova questo viaggio?

L’Italia, e in particolare il Meridione, subiscono da anni le conseguenze di scelte economiche dettate da Bruxelles e imposte da logiche che nulla hanno a che fare con l’interesse nazionale. L’agricoltura calabrese, simbolo della nostra identità rurale e della nostra tradizione produttiva, sta pagando il prezzo più alto.

Le politiche europee imposte dall’alto – fatte di vincoli ambientali ideologici, regolamenti soffocanti e accordi commerciali scellerati – stanno devastando i piccoli produttori agricoli. Mentre si parla di “transizione verde”, nelle campagne calabresi i campi restano incolti, i giovani fuggono e le eccellenze locali vengono sostituite da prodotti esteri, spesso di qualità inferiore.

La guerra dei dazi tra USA e Cina coinvolge sempre più indirettamente anche i mercati agricoli europei. L’Italia, anziché proteggere il proprio comparto agroalimentare, si piega alle esigenze altrui. I dazi americani su alcuni prodotti europei, combinati con la concorrenza sleale proveniente da Paesi extra-UE, mettono fuori mercato il bergamotto, l’olio calabrese, i fichi e tanti altri simboli della nostra terra.

Il viaggio della Meloni negli Stati Uniti potrebbe essere un’opportunità, ma solo se rappresentasse un’occasione per riaffermare la sovranità italiana e pretendere rispetto per le nostre eccellenze. Tuttavia, il timore è che anche questa volta si torni a casa con tante promesse e pochi risultati, mentre le multinazionali continuano a dettare legge.

L’Italia ha bisogno di tornare a difendere i suoi interessi, a partire dai suoi agricoltori. Serve un blocco compatto contro le follie globaliste, un’Europa dei popoli e non delle élite, e una politica estera che guardi prima all’interesse nazionale e poi al resto. La Calabria non può essere la vittima sacrificale di un ordine mondiale che la ignora.