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Il teatrino dell’assurdo di Maria Pia, “Da cinque mesi mia figlia non riceve la logopedista che le spetta di diritto”

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Riceviamo e pubblichiamo

Anche se vi credete assolti siete tutti coinvolti

124 giorni per rinnovare un progetto di vita. Un’odissea che ormai ha del surreale, e la mia famiglia ne sta pagando il prezzo. Da cinque mesi, mia figlia non riceve la logopedista che le spetta di diritto, e ogni giorno siamo noi, come famiglia, a farci carico delle mancanze e dei disservizi continui.

Ogni giorno una persona diversa viene inviata, senza la minima garanzia di continuità. Cosa si aspettano? Che ci si abitui all’instabilità e alla precarietà? Forse si pensa che il nostro bisogno di un servizio qualificato e continuativo sia solo un dettaglio trascurabile.

E i paladini della giustizia, dove sono? Quelli che si riempiono la bocca di parole come “inclusione” e “supporto alle famiglie”? Assistiamo a passerelle mediatiche, discorsi accorati, promesse fatte sotto i riflettori. Ma poi, nella sostanza, le famiglie come la mia vengono lasciate a gestire da sole il peso di un sistema inefficiente e indifferente.

È inaccettabile che nel 2025 una famiglia debba combattere ogni giorno per ottenere ciò che dovrebbe essere garantito. Vogliamo continuità, rispetto e un servizio che funzioni, non teatrini vuoti di promesse.

Simona Coluccio