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Infermiere ucciso in Calabria, aggravanti per moglie e figlio

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Una veduta interna dell'aula del Palazzo di Giustizia di Ragusa dove è prevista l'ultima udienza del processo, col rito abbreviato, a Veronica Panarello, accusata di avere ucciso, il 29 novembre del 2014, il figlio Loris di 8 anni nella loro casa di Santa Croce Camerina, 17 ottobre 2016 a Ragusa. ANSA/ DOMENICO TROVATO


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Premeditazione e omicidio del prossimo congiunto: sono le aggravanti contestate dal pm della Procura della Repubblica di Vibo Valentia Ciro Luca Lotoro nel corso dell’udienza preliminare per l’omicidio di Nicola Colloca, l’infermiere di 48 anni ucciso nel 2010 ed il cui corpo fu dato alle fiamme. Accusati dell’omicidio sono la moglie ed il figlio della vittima, Caterina Gentile, di 50 anni, e Luciano Colloca, di 28, ai quali vengono contestate le due nuove aggravanti. Il rinvio a giudizio per l’uccisione di Colloca è stato chiesto anche per Michele Rumbolà, di 63 anni, amico di famiglia, cui è contestata soltanto la premeditazione. Movente dell’omicidio sarebbero state questioni d’interesse in relazione ad una certa somma di denaro che era nella disponbilità della vittima. I legali degli imputati, in presenza delle nuove aggravanti contestate, hanno chiesto ed ottenuto i termini a difesa. Il Gup, Pia Sordetti, ha fissato la data della nuova udienza per il prossimo 16 aprile.