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Ipotesi di riforma elettorale regionale

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Editoriale di Bruno Morgante

Ipotesi di riforma elettorale regionale

Editoriale di Bruno Morgante

 

 

Analogamente al livello nazionale si dovrebbe votare a livello regionale con collegi uninominali, superando una volta per tutte le liste con collegi provinciali e la preferenza unica, che sta portando all’insediamento di una oligarchia, anche in buona parte dequalificata, che tende a perpetuare se stessa rafforzando, con l’uso spregiudicato della spesa pubblica, il blocco di potere personale che con la preferenza unica è stato sufficiente per ognuno a conquistare il seggio di consigliere regionale.

Questo potrebbe essere un possibile schema:

– elezioni con liste di partito con collegi uninominali come per le province, con circoscrizioni provinciali e i resti utilizzati a livello regionale;

– Ogni coalizione presenta un candidato a presidente della giunta regionale;

– Se un candidato a presidente prende la maggioranza assoluta dei voti validi conquista per la sua coalizione la maggioranza, pari al 55% dei seggi;

– Se nessun candidato a presidente prende la maggioranza assoluta dei seggi si va al ballottaggio tra i due candidati che hanno preso più voti;

– Il candidato a presidente che prende più voti conquista per la sua coalizione la maggioranza, pari al 55% dei seggi assegnati;

– I seggi all’interno della coalizione il cui candidato a presidente ha preso la maggioranza dei voti sono assegnati tra le liste con il metodo proporzionale;

– Il 45% dei seggi da assegnare tra le coalizioni i cui presidenti non hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei voti, vengono assegnati con il metodo proporzionale. All’interno delle coalizioni i cui presidenti non hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei voti i seggi assegnati alla coalizione vengono distribuite tra le liste con il metodo proporzionale;

– Il presidente che è arrivato secondo per numero di voti è eletto consigliere regionale, per cui i seggi da ripartire tra i partiti che compongono la coalizione sono diminuiti di uno rispetto ai seggi toccati alla coalizione;

– Sbarramento al 5%. I voti delle liste che non hanno raggiunto il 5% non vanno contabilizzati nei voti di coalizione e vanno decurtati dai voti presi dal candidato a presidente nella cui coalizione la lista è collocata (ciò al fine di scoraggiare, perché controproducenti, il fenomeno di malcostume delle decine di liste dei clientes del presidente che sanno dalla partenza che non prenderanno consiglieri, ma che servono per convogliare voti dei candidati che aumentano, quantomeno dei parenti, in caso di candidatura diretta al posto di appoggio elettorale indiretto);

– Primarie di coalizione obbligatorie per la scelta del candidato a presidente da tenersi presso locali pubblici. Alle primarie, da regolamentare per legge, possono partecipare tutti i cittadini che siano elettori nella regione e che dichiarano di voler votare per la coalizione;

– primarie di partito obbligatorie per legge da tenersi presso locali comunali per l’individuazione dei candidati nei collegi. E’ questo un passaggio importante perché da una parte si da all’elettore impegnato e iscritto a un partito il potere di proporre per il proprio partito quello che ritiene il candidato migliore, oltre al potere di elezione, per cui far parte di un partito è importante e si incide veramente, dall’altra si valorizza la militanza e l’impegno sul territorio, in quanto è difficile catapultare candidati esterni se in un territorio ristretto c’è chi si è impegnato e intende candidarsi;

– Le primarie vanno regolate per legge, così come l’iscrizione, la partecipazione ai partiti e il diritto di voto. Ogni iscritto deve poter difendere il proprio diritto nei confronti di eventuali brogli per cui, prima delle primarie, va istituito un giudice di pace ad hoc a cui ricorrere, nominato dalla sezione elettorale del tribunale, che decidere immediatamente sulle questioni a lui sottoposte;.

– ci si può candidare in un solo collegio;

– in caso di dimissioni, morte o impossibilità di operare del presidente si scioglie il consiglio regionale e si va a nuove elezioni;

– in caso di voto di sfiducia del consiglio regionale al presidente si scioglie il consiglio regionale e si va a nuove elezioni.

Ove si dovesse ritenere macchinoso il meccanismo dei collegi uninominali, , strumentalmente, perchè non si vuole ammettere la contrarietà per interessi personali, si può anche votare con le liste di partito per circoscrizioni provinciali, come è oggi, ma si dovrebbe dare all’elettore la possibilità di esprimere preferenze pari ai due terzi del numero dei candidati da eleggere. Si dovrebbero, in questo caso, tenere primarie di partito per la composizione delle liste. Si otterrebbero i benefici che verranno messi in evidenza nell’ipotesi di elezione dei consigli comunali.

redazione@approdonews.it