La distribuzione ed il “consumo” della musica è ormai cambiato in maniera irreversibile. E’ risaputo che i tradizionali sistemi di distribuzione dei prodotti musicali, hanno lasciato il passo alle odierne tecnologie digitali. L’informatizzazione del settore musicale, non ha prodotto solo svantaggi per artisti, editori e major discografiche, ma ha consentito ad artisti di validi, ma provenienti dalla “provincia” (quindi senza un entourage discografico alle spalle), di poter distribuire autonomamente la propria musica: giungendo così a centinaia di miglia di utenti sparsi in tutto il mondo.
E’ questo il caso di “Istanti”: opera realizzata da Bruno Panuzzo in “tandem” con gli studenti dei “Licei G. Mazzini” di Locri e prodotta da Franco Poggiali. L’opera ha ottenuto, sin dalla propria presentazione lo scorso mese di maggio, un lusinghiero successo in rete. Panuzzo vince quindi la propria scommessa e mette a segno l’ennesimo colpo vincente. L’artista di Bovalino, da sempre contraddistintosi per le “alternative” vie di diffusione, in merito alla distribuzione dei propri prodotti artistici, cavalca l’onda e si aggrappa, gioco di parole a parte, alla rete internet. Piattaforme come Spotify, Cd Baby, I Tubes, You Tube e lo stesso Facebook sono i canali “ufficiali” su cui è possibile ascoltare le produzioni del cantante.
In questi giorni le interazioni legate all’opera istanti (download, connessioni alle pagine dei social e diffusione dei file audio – video) hanno superato i tre milioni. Il brano Istanti viene trasmesso da diverse web radio in Italia, Spagna e Germania. Panuzzo ha affermato che “non si tratta affatto di un record, ma sono dei numeri importanti che meritano la giusta considerazione”. L’artista ha poi concluso dicendo “Non stiamo facendo nulla di eccezionale! Stiamo semplicemente sfruttando i mezzi che la tecnologia informatica ci ha messo a disposizione… la società è cambiata e con essa anche il mondo della musica: dai contenuti emozionali, agli arrangiamenti e non per ultimo alla distribuzione verso l’’utente finale.
Oggi gli artisti non sono costretti ad “inginocchiarsi” nell’ufficio dei discografici per farsi ascoltare, ma possono produrre autonomamente la propria musica e crearsi il proprio pubblico. Avverto una netta rottura con il passato e l’evoluzione di ciò che ho detto, rappresenterà un certezza nei prossimi anni. Certo quest’autonomia produce anche prodotti mediocri (e non è detto che i miei lavori non siano fra questi), ma sono convinto che il pubblico rappresenti il tassello immutabile del sistema: alle persone è legato l’esito relativo per la valenza di un prodotto. Il verdetto del pubblico resterà sempre, oggi come ieri, l’elemento con cui ogni artista dovrà fare i conti”.