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“La città di Lamezia Terme non merita dissesto”

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Pur nella netta diversità di posizione e visione politica, non ho
difficoltà a rivolgere un apprezzamento alle dichiarazioni del Sindaco
Paolo Mascaro rilasciate ieri in conferenza stampa. È fondamentale che il
primo cittadino abbia affermato a chiare lettere che lavorerà in tutti modi
per evitare il dissesto alla città, per scongiurare una prospettiva che
avrebbe effetti drammatici sul tessuto sociale ed economico lametino.

Fa senz’altro piacere sentire pronunciare queste parole da un Sindaco che
per mesi è stato circondato da tante “sirene del malaugurio”, che hanno
agitato lo spettro del dissesto come soluzione inevitabile e addirittura
auspicabile. Fa piacere sentirlo dire a un Sindaco nella cui maggioranza ci
sono anche alcuni esponenti del centrodestra che nel dicembre 2013 in
consiglio comunale tifavano per il dissesto, anteponendo una voglia quasi
famelica di porre fine alla giunta Speranza agli interessi della città.

La mia posizione è la stessa che ho sempre portato avanti in questi anni:
Lamezia non merita il dissesto. Chi ama la città deve lavorare in questa
direzione che, come abbiamo appreso ieri, è la stessa direzione indicata
dal Sindaco. Dobbiamo avere ben chiaro che, come nel dicembre 2013, non è
in gioco l’esperienza politica e amministrativa di Paolo Mascaro ma il
futuro della città, il bene più grande che deve animare l’impegno di noi
che operiamo nelle istituzioni.
Del resto, tutti gli elementi che fino ad oggi conosciamo ci confermano
che il Comune di Lamezia, pur vivendo le criticità finanziarie di tanti
comuni italiani, non è in condizioni tali da dover dichiarare il dissesto.
Lo scrive chiaramente non un giudice qualsiasi ma le Sezioni Riunite della
Corte dei Conti nella sentenza con cui nell’aprile 2014 ha accolto il
ricorso presentato dalla giunta Speranza, che ha sempre sostenuto che il
dissesto sarebbe stato una sciagura che la città non meritava.

Dal giorno successivo alla sentenza della Corte dei Conti,
l’amministrazione Speranza ha subito varato misure di contrazione della
spesa e di risanamento del bilancio del Comune, per dare risposte adeguate
alle questioni sollevate dall’organismo contabile. Ed è proprio grazie a
quegli interventi che oggi la città è in piedi. Ancora come voler
trascurare che gli ultimi bilanci consuntivi approvati hanno chiuso con un
saldo attivo? Abbiamo approvato nel settembre 2014 un piano di riequilibrio
decennale che non è mai stato bocciato. Il Ministero degli Interni ci ha
richiesto ulteriori chiarimenti, che sono stati forniti. Così come
attendiamo fiduciosi il giudizio del Viminale anche sul piano di
riequilibrio rimodulato approvato dall’amministrazione Mascaro a novembre
scorso, sul quale potrebbe giungere a breve o un’approvazione o ulteriori
richieste di chiarimenti.

Non si amministra lasciandosi andare a conclusioni affrettate o inviando
lettere quasi per mettere le mani avanti. C’è un dato di fatto
inoppugnabile: i massimi organismi contabili e istituzionali dello Stato
sono concordi sul fatto che nel Comune di Lamezia non ci sono gli elementi
per dichiarare il dissesto. Nessuna bocciatura fino ad oggi del piano di
riequilibrio, né di quello proposto dalla precedente amministrazione, né di
quello rimodulato dall’amministrazione Mascaro. Le dichiarazioni del vice
sindaco Caglioti e dell’assessore Puteri, sconfessate ieri dallo stesso
Sindaco, denotano una totale assenza di visione politica, una mancata
capacità di assunzione delle proprie responsabilità, che liquida il tutto
con soluzioni tecniche e ragionieristiche anche a costo di far precipitare
la città.

In questi mesi in consiglio ma soprattutto nelle commissioni abbiamo
assistito allibiti agli “sfoghi” dell’assessore al bilancio che, in un
crescendo rossiniano, ha dipinto un quadro sempre più apocalittico delle
finanze comunali ingenerando nei malcapitati consiglieri di maggioranza in
taluni casi depressione in talaltra insonnia.

Il punto è che si vuole davvero lavorare per il bene di Lamezia, non c’è
spazio per le soluzioni “pilatesche” di chi vuole lavarsi le mani
ricorrendo al dissesto come si trattasse della procedura fallimentare di
una qualsiasi azienda privata. Ma è mai possibile che nella nostra città il
punto di vista dell’assessore Puteri voglia essere preminente rispetto alle
Sezioni Riunite della Corte dei conti e alle competenti commissioni
ministeriali?

L’amministrazione di un ente pubblico ha a che fare con le persone in
carne e ossa, con i servizi fondamentali da erogare ai cittadini, con i
pagamenti alle imprese, con i progetti di sviluppo e crescita per la città.
Tutto questo con il dissesto sarebbe immediatamente bloccato fino
all’arrivo del commissario ministeriale.

Proprio per questi motivi, le parole del Sindaco segnano un importante
spartiacque per fare chiarezza, per tracciare una linea di demarcazione
netta tra quelli del “tanto peggio tanto meglio” e chi vuole lavorare per
il bene della città.